Racioppoli: “Il Consiglio comunale di ieri è battuta d’arresto per il sindaco”

Recale.  Commento a negativo quello del leader della minoranza Angelo ‘bretella man’ Racioppoli in merito al consiglio comunale di ieri che ha sancito con il minimo sindacale per la maggioranza l’elezione a presidente dell’Assise di Bruno Mingione.

L’elezione di ieri sera del presidente del consiglio comunale segna tre sconfitte.

La prima è quella dell’assessore Domenico Di Maio, il quale nella seduta di insediamento, per favorire il dialogo, aveva addirittura proposto la nascita di un tavolo permanente tra maggioranza e opposizione; Di Maio, dov’è finito quel tavolo? La seconda è della maggioranza (non di tutta, per fortuna), che ha scelto di votare uno statuto che snatura il presidente dell’assemblea, ormai condizionato ai capricci del sindaco; quindi, non più figura di garanzia nei confronti dei consiglieri comunali, ma, di fatto, quinto assessore. La terza sconfitta è di Raffaele Porfidia: l’aver preferito la dittatura dei numeri al sereno confronto istituzionale lo ha portato ad eleggere, con appena sette voti, un presidente che oggi non può contare neppure sulla sua stessa maggioranza.

Non avremmo mai accettato imposizioni dall’alto: però, da Vincenzo Orballo, Angela Argenziano, Domenico Todisco e da parte mia vi era la massima disponibilità a collaborare, sia sulla stesura dello statuto sia sulla scelta del presidente. Se fosse stato più dialogante, il sindaco avrebbe ottenuto uno testo migliore e, forse, l’unanimità su Mingione, persona degna di stima, cui, nonostante tutto, rivolgo gli auguri di buon lavoro. Approvare uno statuto parziale, con delle modifiche che sembrano aggiusti sartoriali, e far eleggere un presidente “dimezzato” non è un buon inizio, caro Lello. “Insieme per cambiare” c’è. Ed io confido nel futuro.

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