Metalmeccanici, nel Casertano la reindustrializzazione è un fallimento: pochi al lavoro e soldi in ritardo

CASERTA/CARINARO/MARCIANISE. “I ritardi dei processi di reindustrializzazione nel comparto metalmeccanico a Caserta vanno avanti da troppo tempo. Whirlpool, Softlab, Jabil, Orefice, solo per citarne alcune. La scelta assistenzialista della Regione Campania e del Mise sono evidenti. Dei 1.200 lavoratori coinvolti quasi il 65% è in cassa integrazione a zero ore da molti anni”.

E’ la denuncia della Fim Cisl Campania nel corso del consiglio generale alla presenza del segretario Nazionale Massimiliano Nobis, del segretario regionale Raffaele Apetino e del territoriale Nicodemo Lanzetta.

“Nonostante i circa 20 milioni di euro avuti da Jabil per l’assunzione di 240 lavoratori, non solo non ha iniziato alcuna attività legata all’elettronica , ma paga da tempo gli stipendi con pesanti ritardi – denuncia il sindacato dei metalmeccanici – il gruppo Seri nonostante i continui annunci stampa di assunzioni, dopo tre anni dal previsto inizio dell’attività produttiva, non ha ancora avviato la produzione strutturale di batterie al litio. Anche in Jabil l’annunciata reindustrializzazione, che dovrebbe coinvolgere a regime 280 lavoratori con la produzione anche rivolta al settore militare e alla ricerca spaziale, non è ancora avviata. Desta preoccupazione, inoltre, il destino industriale di Whirlpool di Carinaro. Infatti la dirigenza Ema non ha mai smentito le voci di una possibile vendita degli stabilimenti europei, i 270 lavoratori non vogliono riverire la vertenza del 2015 con il ridimensionamento occupazionale causato dalla cessione del marchio Indesit a Whirlpool . Significativa, poi, la vertenza Orefice. L’imprenditore ha presentato un progetto di produzione di generatori elettrici che prevedeva il coinvolgimento a regime del piano di 60 lavoratori con un processo di ricollocazione lavorativa da Jabil. I primi 23 dipendenti sono sati assunti con selezione diretta dall’azienda Orefice con il sostegno economico di circa € 1,5 milioni. Ad oggi, dopo due anni, i 23 dipendenti sono stati licenziati. L’annunciata attività industriale prevista sul territorio di Caserta è stata delocalizzata in Sardegna? “I percorsi di questi attuali insuccessi industriali sono molti simili proseguono i sindacalisti della Fim. Questa complessa e drammatica situazione territoriale ha visto il succedersi di quattro Governi, senza mai passare dalle promesse di lavoro a ore lavorate”.

Per questo la Fim Cisl Campania chiede “riconversioni industriali attraverso progetti seri che abbiano tempi certi e con imprenditori che abbiano la necessaria sostenibilità economica e produttiva di lungo termine in grado di mantenere i livelli occupazionali. La Fim Cisl ritiene che ci siano le condizioni per il recupero industriale e occupazionale sul territorio. Le previste produzioni di batterie al litio , schede elettroniche e prodotti per la difesa militare e l’aerospazio rientrano nelle politiche green e energetiche previste dal Pnrr. Un’occasione storica che il territorio casertano non può perdere. Sono dello stesso avviso anche il Governatore campano De Luca e i futuri candidati territoriali alle imminenti elezioni politiche? “.

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