Aversa/Santa Maria Capua Vetere. Può tornare ad esercitare la professione Simona Cerullo, legale coinvolta nell’inchiesta sulle marche da bollo false: il Riesame accogliendo l’istanza del legale Ferdinando Letizia, ha disposto la revoca della misura dell’interdizione dall’esercizio dell’attività forense per 12 mesi.
Secondo l’accusa le marche da bollo false spacciate da parcheggiatori abusivi fuori agli uffici pubblici e anche da avvocati per le pratiche giudiziarie nei tribunali, la Procura chiude i conti.
L’indagine
È un vero e proprio mercato delle false marche da bollo, con base tra Napoli e Caserta e canali di distribuzione nelle altre province campane e a Roma, quello che venne scoperto dall’indagine della Procura di Napoli Nord e dei Carabinieri del Comando Antifalsificazione Monetaria, e che portò all’emissione da parte del Gip di Napoli Nord di misure cautelari a carico di 18 indagati. Gli inquirenti hanno scoperto che i supporti in bianco, che venivano poi personalizzati dai falsari con sofisticate tecniche, arrivavano dalla Cina.
L’inchiesta è partita nel gennaio 2020 sulla base di precedenti indagini che hanno disvelato come l’area a cavallo tra le province di Caserta e Napoli fosse la roccaforte dei falsari, tanto di marche e titoli quanto di banconote e monete. Questa indagine si è però concentrata sulla marche da bollo, e già nel luglio 2020, è stato individuato a sequestrato a Villa Literno, nel Casertano, un centro di produzione clandestino con l’arresto in flagranza di quattro persone e il sequestro per un valore di circa 200mila euro di migliaia di marche da bollo e patenti false, queste ultime destinate al litorale romano; è emerso che i supporti in bianco riportanti solamente lo stemma della Repubblica e l’intestazione venivano importanti dalla Cina e compilati grazie ad apparecchiature hardware e software; un deciso passo in avanti per i falsari, che in passato contraffacevano marche genuine accrescendone il valore nominale.