Carcere senz’acqua corrente dopo 27 anni: lavori in ritardo di mesi sull’annuncio

SANTA MARIA CAPUA VETERE (Antonio Tagliacozzi). Dopo 27 anni dalla sua costruzione il carcere di Santa Maria è ancora senza acqua corrente. Eppure erano tutti presenti, ma proprio tutti, quel sei aprile del 2021 alla cerimonia della posa della prima pietra per la costruzione dell’allacciamento alla rete idrica comunale della casa circondariale di massima sicurezza in località “Spartimento”.

Il tempo massimo previsto per la conclusione dei lavori, era stabilito in trecento giorni lavorativi, ma è passato un anno e tre mesi e nulla è ancora avvenuto. L’opera non è conclusa ed i detenuti del carcere di massima sicurezza sono ancora senza acqua, ma l’amministrazione penitenziaria profonde risorse per la realizzazione di un canile all’interno della struttura. Si tratta di attendere ancora e poi, via le autobotti e i pozzi artesiani dal carcere e i detenuti potranno usufruire di acqua corrente a tutte le ore del giorno e della notte senza razionamento.

Per la storia, diciamo che è la ditta Bemar srl di Roma, che ha vinto l’appalto per la realizzazione dell’opera fornendo un ribasso sulla base d’asta di ben il 35,78 per cento su un importo complessivo di un milione 159.685. Il netto contrattuale risulta così di 984.983 euro di cui 744.669 per lavori, 162.594 per oneri di sicurezza e 77 mila euro per smaltimento dei rifiuti. Sono state 19 le ditte o associazioni d’impresa che hanno partecipato al bando per i lavori per la realizzazione di una condotta idrica al servizio della casa circondariale e delle due aule bunker di santa Maria. L’importo a base d’asta è stato fissato in un milione e 400 mila euro e l’appalto è stato aggiudicato con il criterio dell’importo più conveniente. Quindi, dopo oltre ventisei anni di promesse e ritardi, ci si avvia alla conclusione di una questione che interessa la carenza idrica al carcere di massima sicurezza “Generale Uccella” che ospita circa 940 detenuti su una capienza massima di 833, 478 agenti di polizia penitenziaria e circa altre cento figure professionali.

Il carcere non è senza acqua, ma non è attaccato alla rete idrica cittadina e questa “mancanza” crea qualche problema di approvvigionamento che risale alla sua costruzione e da allora si è andati avanti con pozzi artesiani, autobotti e… bottiglie di acqua minerale. La gara per l’affidamento del servizio di progettazione e di tutte le indagini connesse è stata aggiudicata al RTP (Raggruppamento temporaneo di persone) studio tecnico Colosimo ed altri che ha offerto un ribasso, sull’importo fissato in complessivi 96 mila euro e 600, del 39,25 per cento determinando l’importo netto di aggiudicazione in 58 mila 684 e 50 oltre IVA e cassa Previdenza per complessivi 15 mila 774,00 euro. E’ stato il primo atto concreto, questo, per la soluzione del problema che negli ultimi anni è stato più volte denunciato e al centro di vibrate proteste da parte dei detenuti e dei difensori dei loro diritti che hanno posto in essere una serie di iniziative che sono valse a smuovere la burocrazia e concretizzare tutte quelle iniziative necessarie per risolvere la questione. Il finanziamento dei lavori per l’allacciamento alla rete idrica comunale della casa di massima sicurezza e le due aule bunker è a carico della Regione che ha stanziato i soldi con una deliberazione dell’aprile del 2016 (un milione e quattro di euro) ed ora si è passati alla fase operativa per la eliminazione del problema. In questa vicenda, si inserisce, la completa demolizione del tratto di strada provinciale che da santa Maria porta alla località “Spartimento”. I lavori di interro della condotta hanno rovinato il piano stradale il che rappresenta un grave pericolo per gli automobilisti. Sarebbe il caso d intervenire per evitare ulteriori disservizi. O no!

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