CAPUA. Si definivano la “base di Batman” e con un pizzico di esagerazione, “un’azienda multinazionale”, e inoltre odiavano i carabinieri, tanto da essere pronti dopo l’investimento mortale di un maresciallo dell’Arma a “pisciare sui fiori”. E’ quanto emerge dall’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e realizzata dai carabinieri che ha sgominato con undici arresti un agguerrito e organizzato gruppo di spacciatori con base alle palazzine popolari di Capua.
Da qui, in particolare dal Parco Primavera, complesso facente parte del quartiere popolare Carlo Santagata, controllavano in modo egemone a Capua la vendita di hashish, cocaina e crack; acquirenti arrivavano però anche da altri comuni dell’agro-caleno e dalla vicina Santa Maria Capua Vetere. I carabinieri della Compagnia di Capua hanno notificato otto ordinanze in carcere emesse dal Gip di Napoli e altre tre ai domiciliari.
Il provvedimento scaturisce dagli esiti delle indagini che hanno consentito di accertare, tra la fine dell’anno 2020 e l’inizio dell’anno 2021, l’esistenza di un gruppo egemone di soggetti residenti nei comuni di Capua, Aversa e Caiazzo, dediti allo spaccio sulla piazza di Capua e comuni limitrofi, di sostanze stupefacenti del tipo hashish, crack e cocaina.
Le indagini, condotte attraverso attività tecniche d’intercettazione delle conversazioni tra i vari indagati, associate ad attività di osservazione, pedinamento e controllo, hanno fornito un quadro dinamico delle condotte delittuose svolte da questi ultimi, in modo sistematico e continuativo, consentendo di accertare lo smercio della sostanza stupefacente, nonché le relazioni di tutti i principali indagati. Infatti, gli acquirenti davano appuntamento allo spacciatore tramite WhatsApp, utilizzando termini convenzionali ovvero linguaggio criptico, il cui contenuto lasciava facilmente desumere l’imminente cessione.
Numerosi sono stati i riscontri, per lo più attraverso il controllo degli acquirenti a cui, di volta in volta, veniva sequestrato lo stupefacente acquistato che, per quantità, per la modalità di presentazione, ovvero per altre circostanze dell’azione, appariva destinato ad un uso non personale, consentendo ai Carabinieri di censire un continuo via vai di persone che si rivolgeva agli indagati per comprare dosi a qualsiasi ora.
Sono circa 233 gli episodi di spaccio accertati, indicati in 36 capi di imputazione.
NOMI DEGLI INDAGATI RAGGIUNTI dalla MISURA CAUTELARE:
AMENDOLA LUCIA, 13.02.1968 (carcere);
DI RIENZO ANTONIO, 31.12.1969, (carcere);
MANDESI DAVIDE, 13.11.1995, (carcere);
MANDESI FABIO, 28.10.1994, (carcere);
MONACO CLAUDIO, 10.01.1971, (carcere);
MONACO ROBERTO, 02.05.1967 (carcere);
PISTONE CARMINE, 23.12.1991, (carcere);
PIUCCI ARCANGELO, 11.05.1966, (carcere);
INSERO STEFANO, 26.11.1984, (arresti domiciliari);
VERRONE LUIGI, 23.03.2001, (arresti domiciliari);
VILARDI GIUSEPPE, 16.06.1974, (arresti domiciliari).