San Felice a Cancello. Cambia la misura per Cesarione Martone da Talanico, il mastro casaro a capo di una piccola gang di pusher che operava soprattutto nella zona della bassa valle Caudina.
Il 45enne, difeso dall’avvocato Clemente Crisci, ha ottenuto da oggi gli arresti domiciliari. Cesare quindi torna a casa, si è fatto quasi due settimane di ‘gattabuia’ dal blitz dei carabinieri di Montesarchio. Ne ha combinate davvero di tutti i colori con lo spaccio di ‘neve’, è pure il cognato dell’attuale sindaco di San Felice a Cancello.
Utilizzava apposito linguaggio criptico.
E’ il 7 gennaio 2020 e Martone dice tramite sms che sta arrivando e questo cliente di nome Giovanni risponde: “Ok il formaggio buono, no come quello scorso, si sono lamentati”.
Il casaro talanicense replica: “Mo è buonissimo, burroso e cremoso”.
Cesare Martone 45 anni, San Felice a Cancello via San Vincenzo, custodia cautelare in carcere (poi domic.)
Aniello Martone 39 anni, San Felice a Cancello via San Vincenzo, indagato a piede libero
Salvatore Quartara 40 anni, San Felice a Cancello, via Circumvallazione, indagato a piede libero
Pellegrino Di Rosa detto Rinuccio o Lanfranco, 47enne parrucchiere via San Vincenzo indagato a piede libero
Vito Quartara 36 anni via Cicumvallazione, San Felice a Cancello indagato a piede libero
Michele Gilles Papa 39 anni domiciliato tra Arienzo e Santa Maria a Vico, arresti domiciliari
Angelo Biagio Carfora, Arienzo via Roma detto Angioletto 51 anni arresti domiciliari
Francesco Vassallo detto Masaniello barista di Airola 39 anni indagato a piede libero
Giorgio Affinita 26 anni via San Pietro San Felice a Cancello applicazione obbligo di firma
Andrea Martone 22 anni, vico Pietraio San Felice a Cancello indagato a piede libero
Danila Daniela detta Dana 31 anni rumena, San Felice a Cancello indagata a piede libero
Olesea Garabajiu detta Alessia nata in Moldavia 41 anni Arpaia indagata a piede libero
L’indagine, avviata nel novembre del 2019 e conclusa nel mese di settembre 2020, ha consentito di accertare la operatività di una associazione criminale dedita all’attività di spaccio di sostanze stupefacenti, appartenenti a differenti tipologie (hashish, crack e cocaina) ed operativa in un’area territoriale ricompresa tra le provincie di Benevento, Caserta ed Avellino e, principalmente, nella zona della Valle Caudina (area ricompresa tra i comuni di Montesarchio, Cervinara, Rotondi, Arpaia).
In particolare, le risultanze investigative hanno fatto emergere, in modo chiaro, che le cessioni venivano effettuate seguendo uno schema definito “itinerante” ovvero recandosi il pusher incaricato direttamente presso ciascun acquirente al quale veniva indicato, per l’incontro, un luogo preciso e, di volta in volta, diverso. L’incontro era preceduto da contatti telefonici, di brevissima durata, nel corso dei quali, con un linguaggio criptico e convenzionale, si pattuiva il quantitativo di sostanza oggetto della cessione e si stabiliva il luogo dell’appuntamento.