Marcianise. Stamattina su Rai 1 nella storica trasmissione Storie Italiane dalle ore 10.30 in poi, il noto regista televisivo Luca Bugliarello realizzera’ un collegamento con la stazione ferroviaria di Marcianise dove una settimana fa la povera Raffaella Maietta ha perso la vita.
La trasmissione condotta da Eleonora Daniela mandera’ in onda la storia di Raffaella cercando di ricostruire, proprio da quella stazione attraverso un telegiornalista presente sul luogo, le ultime ore di vita dell’insegnante di Marcianise, trascorse su quei binari. Cercando di capire cosa sia successo. Anche se il tutto resta ancora avvolto nel mistero.
L’attenzione e’ sempre puntata in particolare su quell’arco di tempo tra le 6.30 e le 8.40 di quella fatidica mattina per comprendere cosa sia effettivamente accaduto e il perche’ sia accaduti. Si continua a indagare per capire se si sia trattato di incidente, di suicidio volontario o istigazione al suicidio. Ecco perche’ il pubblico ministero la dott.ssa Cozzolino ha ordinato il sequestro del telefono della vittima e sta facendo interrogare dalla polizia giudiziaria tantissime persone che avevano avuto contatti diretti o indiretti con Raffaella. Nell’ultime ore e’ stato ricostruito anche il nome dell’amica che era solita viaggiare con lei in treno ogni mattina nel tratto Marcianise Napoli che peraltro era anche una sua collega di lavoro perche’ insegna nella sua stessa scuola adiacente alla piazza Garibaldi di Napoli. Sara’ sicuramente ascoltata anche lei dagli inquirenti sulla sua frequentazione con Raffaella.
La vicenda continua a tingersi di giallo in quanto la famiglia, dopo aver dato l’incarico professionale per assisterli, agli avvocati Raffaele e Gaetano Crisileo, affranti dal loro immenso dolore, si sono chiusi nel piu’ assoluto e comprensibile silenzio. Ma essi all’inizio hanno sempre detto che la loro congiunta non aveva mai manifestato alcun intento suicidario ne’ aveva mai profferito frasi che potessero indurre a pensare a evenienze del genere.
Punti chiave dell’intera vicenda sono essenzialmente tre : innanzitutto il contenuto del telefono, che l’attento magistrato inquirente ha provveduto a far sequestrare ad horas e sicuramente ha gia’ nominato un tecnico per trascriverne il contenuto e cosi scavare nella vita di Raffaella per focalizzare l’ attenzione sui numeri chiamati e ricevuti, sulle chat e sui messaggi. Quindi si avra’ un allargamento dell’indagine. In secondo luogo il contenuto della deposizione dell’amica e collega di lavoro di Raffaella, anche lei di Marcianise, E.G.; su quanto ella ha riferito o potra’ riferire agli inquirenti e sulla qual cosa c’e’ il massimo riserbo. Infine l’ultimo punto centrale e’ l’interrogatorio del noto medico specialista neuropsichiatra e psicologo del casertano che aveva visitato di recente Raffaella : solo lui potra’ sapere se la donna soffriva solo di qualche sporadico e comune disturbo d’ansia d’ansia oppure viceversa era un soggetto che covava nell’intimo istinti di autolesionismo e assumeva psicofarmaci.
A tutto cio’ si aggiungono le testimonianze delle varie persone presenti nella stazione ferroviaria di Marcianise al momento del fatto: prima di tutto quella di un giovane studente universitario che frequenta la facolta’ di scienze politiche di Caserta e che ogni giorno si reca in stazione e sale in treno. Anche lui era li’ quella fatidica mattina. Cosa ha visto quel giorno? Cosa e’ accaduto? Anche i filmati delle registrazioni fatte dalle camere che riprendono parte della scena e che sono state sequestrate aiutano a ricostruire la dinamica dei fatti. Cosi come corre voce che ci sia un video fatto da un cittadino extracomunitario che ha ripreso l’intera scena e che e’ stato mandato in rete. Non e’ da escludere al momenti che il Pubblico Ministero faccia riesumare la salma di Raffaella per un esame autoptico o per effettuare dei soli prelievi ematici almeno al fine di chiarire se la signora assumeva benzodiazepine ovvero psicofarmaci e se li avesse in particolare assunti quel giorno ove mai in quelle due ore fosse avvenuto un evento traumatico.