Orsi intercettato: “Devo tornare nel giro”. Dai rifiuti allo spazio, la parabola post condanna

Casal di Principe/Capua.  Tra i principali artefici delle ecomafie tra gli anni ’90 e i primi anni duemila, l’imprenditore Sergio Orsi sembrava essersi allontanato da quell’ “area grigia” di cui era stato tra i protagonisti insieme al fratello Michele, ucciso dai sicari del clan dei Casalesi guidati da Giuseppe Setola nel 2008. E, invece, pur non avendo intestata più alcuna impresa, ha continuato a farne parte infiltrandosi negli appalti pubblici, anche di enti insospettabili come il Centro Italiano di Ricerche Aerospaziali (Cira) di Capua.

Lo ha fatto appena ne ha avuto la possibilità, dopo essere uscito di carcere nel settembre 2020. Orsi viene infatti subito intercettato, grazie a un trojan installato sul suo cellulare, mentre si rimette all’opera sebbene interessandosi di appalti di importo non elevato.

“E’ un modo per tornare nel giro”, dice. Imprenditore nel settore dei rifiuti già condannato in passato per associazione camorristica, turbativa d’asta con l’aggravante mafiosa sempre per appalti – soprattutto comunali – aggiudicati nel settore ambientale e per il reato di truffa (ha scontato tutte le condanne), Sergio Orsi ha gestito per anni con il fratello, e per conto della famiglia camorristica Bidognetti, il Consorzio dei Rifiuti Eco4, rappresentandone il volto imprenditoriale, mentre politicamente il referente nel Consorzio era Nicola Cosentino.

Sia Orsi che l’ex politico sono stati condannati al termine del processo Eco4, ma se per il primo la condanna definitiva è stata già scontata, Cosentino – cui sono stati inflitti 10 anni in Appello – deve ancora affrontare l’ultimo grado in Cassazione.

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