Questura pronta a vietare i funerali di o’ Lupo: boss era ricoverato

VILLA LITERNO/CASAL DI PRINCIPE. È morto nella notte in una clinica dell’Alto Casertano il boss del clan dei Casalesi Nunzio De Falco, 72 anni, condannato all’ergastolo perché riconosciuto come il mandante dell’omicidio di Don Peppe Diana, il sacerdote ucciso a Casal di Principe il 19 marzo del 1994 perché “colpevole” di dire apertamente “no” alla camorra e di invitare il popolo a rialzare la testa in un periodo in cui le cosche dettavano legge sul territorio casertano.

De Falco, 72 anni compiuti il 19 marzo, ironia del destino proprio nel giorno in cui Don Diana fu ucciso, era gravemente malato, e per questo motivo era stato scarcerato l’11 aprile scorso dal magistrato di sorveglianza di Napoli e posto ai domiciliari a casa della sorella a Villa Literno; qualche giorno fa però le sue condizioni si sono ulteriormente aggravate e così De Falco è stato condotto in una clinica per malati in fin di vita di Tora e Piccilli, nell’Alto-Casertano, dove la notte scorsa è deceduto. Ancora non si conosce la data dei funerali anche se è certo che la Questura di Caserta, come per altre situazioni analoghe, disporrà il divieto di corteo funebre con benedizione della salma direttamente al cimitero prima della tumulazione; la valutazione è comunque ancora in corso.

De Falco era stato scarcerato due volte negli ultimi mesi per le sue gravi condizioni di salute ed era stato sempre posto ai domiciliari a casa della sorella; in entrambe le circostanze, le decisioni dei giudici hanno sollevato polemiche, così come avvenne per l’episodio della scarcerazione in piena pandemia dell’altro esponente di spicco dei Casalesi, anch’egli gravemente malato, Pasquale Zagaria, fratello del capoclan Michele. De Falco in particolare è stato scarcerato la prima volta il 26 luglio del 2021 dal magistrato di sorveglianza di Sassari, essendo in quel momento detenuto in Sardegna, quindi è tornato in carcere ad inizio 2022 nell’istituto napoletano di Poggioreale e poi di nuovo scarcerato su istanza del suo difensore Gaetano Pastore e nonostante il parere contrario della Procura di Napoli. Noto negli ambienti criminali come ‘O lupo, Nunzio De Falco fu arrestato a Valencia, in Spagna, nel novembre del 1997 ed estradato in Italia nell’aprile del 2000.

De Falco è stato condannato a due ergastoli, ovvero come mandante dell’omicidio di don Diana e dell’omicidio di Mario Iovine, tra i fondatori del clan dei Casalesi, ai vertici della cupola camorristica di Casal di Principe, ucciso a Cascais in Portogallo il 6 marzo del 1991. In occasione della sua scarcerazione a luglio dell’anno scorso, aveva preso posizione Emilio Diana, fratello del sacerdote. “Probabilmente mio fratello, da prete, avrebbe perdonato, ma io non sono un prete e non perdono un assassino come Nunzio De Falco. Doveva morire da solo in cella. Non ce l’aspettavamo – aggiunse nella circostanza Emilio Diana – anche perché sarebbe stato più giusto che un assassino come De Falco morisse in carcere. Invece potrà morire con l’ affetto dei suoi familiari, cosa che mio fratello non ha avuto. E’ questa la cosa che mi fa star piu’ male”. 

 

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