La casa dei bimbi accoglie piccolo ucraino: il primo giorno tra palloncini e girotondi

CERVINO/ARIENZO. Si chiama Vanna, ha tre anni ed è uno dei bambini ucraini arrivati a Cervino grazie all’accoglienza “sinodale” che la Diocesi di Acerra sta riservando ai profughi in fuga dalla guerra. Ospitato dall’Associazione “Il Girasole”, con il coordinamento della Caritas diocesana e l’azione del Vicario della Parrocchia di Santa Maria Delle Grazie, Don Francesco Piscitelli, Vanna è al suo trentesimo giorno in Italia, dopo un lungo viaggio in compagnia della madre e di altre famiglie “divise”, che hanno dovuto lasciare mariti, figli e padri al fronte per mettersi in salvo.

La mobilitazione generale impone agli uomini, dai 18 ai 60 anni, di imbracciare le armi per difendere la patria dagli attacchi russi: così, il piccolo Vanna, a ridosso delle tradizionali vacanze di primavera, ha dovuto salutare il papà, di cui sente ancora forte il distacco e la mancanza. La sua storia, comune a tanti bambini che, ora, come lui, vivono in un contesto diverso e, non senza fatica, si inseriscono in un’altra comunità, è anche il racconto di un nuovo inizio e un indizio di speranza che parte dalla Scuola. Accolto da “La Casa dei Bimbi”, sita ad Arienzo, nella frazione Crisci, Vanna ha potuto cominciare, nella giornata di ieri, il suo percorso di educazione prescolastica, circondato dal calore dei suoi compagni e dai colori della sua bandiera.

L’iniziativa è di Giuseppina De Francesco, cittadina cervinese, che, da anni, si occupa della gestione della struttura paritaria dedicata all’Infanzia: “Risiedo a Cervino e sono a conoscenza delle generose azioni messe in campo dalla nostra comunità ecclesiastica per le donne e i bambini ucraini – ha dichiarato. La storia di Vanna e la necessità di trovare, presto, nuovi stimoli per la sua crescita, in un ambiente in cui potesse essere circondato dalla presenza e dall’affetto dei suoi coetanei, mi ha fatto subito optare per una rapida accoglienza nella nostra Scuola. Avvolgerlo in un girotondo di giochi e di emozioni è stato naturale, così come la voglia di regalargli un sorriso in un cammino in cui troverà sempre la nostra vicinanza e il nostro supporto collettivo”.

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