Eutanasia No…Eubiosia Si, domani il convegno al vescovado di Caserta

Caserta. Domani con inizio alle ore 15 e 30, presso la Biblioteca del Vescovado in Caserta si terrà un convegno sul tema “Eutanasia NO…Eubiosia SI”.
L’ iniziativa è di attualità perché si tiene dopo che la Camera dei Deputati ha approvato, il 10 marzo, il disegno di legge sulla «morte volontaria medicalmente assistita”, disegno di legge ora all’esame del Senato.
Il dottor Gianni Piccirillo, Presidente dell’Associazione Medici Cattolici (A.M.C.I.) di Caserta sarà moderatore del dibattito insieme al dottor Aldo Bova, Presidente Forum Associazioni sociosanitarie.

Tra gli altri, porteranno il loro autorevole contributo il Vescovo di Caserta Monsignor Pietro Lagnese, il Procuratore della Repubblica di Avellino Domenico Airoma quale Vice Presidente del Centro Studi Livatino, Marina Casini Presidente Movimento per la vita.
Piccirillo sottolinea la necessità che la questione assuma rilievo nella pubblica opinione affinché l’esame del disegno di legge in Senato colga gli aspetti veri e non ideologici del problema.

La vita è un valore supremo, sia per i credenti che per i non credenti  – afferma Gianni Piccirillo. Noi cattolici, medici cattolici, diciamo no alla eutanasia, la cosiddetta “dolce morte” sì alla Eubiosia, la buona vita. Non può essere una legge o una commissione a definire se una vita è degna di essere vissuta”.

 

La più recente sentenza della Corte Costituzionale, bocciando il Referendum sull’eutanasia, ha sottolineato come il diritto alla vita, riconosciuto implicitamente dall’art. 2 della Costituzione sia da iscrivere tra i diritti inviolabili dell’uomo e costituisca la matrice prima di ogni altro diritto, costituzionalmente protetto. Da questo diritto, ha rimarcato la Corte, deriva il dovere dello Stato di tutelare la vita di ogni individuo e non quello, diametralmente opposto, di riconoscere all’individuo la possibilità di ottenere dallo Stato o da terzi un aiuto a morire.

È poi eticamente accettabile che uno Stato si preoccupi più di trovare strumenti e risorse per assicurare una ‘buona morte’ piuttosto che al contrario assicurare una vita dignitosa anche nella malattia a chi vuol vivere? Basti pensare ai malati non autosufficienti che quei genitori anziani, spesso con pensioni minime e senza aiuti, non riescono più anche fisicamente ad accudire in casa.
La realtà è che risulta molto più facile ed economicamente conveniente per lo Stato affrontare il problema del fine vita ‘staccando la spina’ piuttosto che col ‘prendersi cura’, che significa farsi carico della persona al crepuscolo della propria esistenza con ovviamente tutta la fatica e gli oneri che ciò richiede: saper ascoltare, saper lenire la sofferenza e assicurare alla famiglia tutta quella assistenza medico-infermieristica che il sofferente richiede.

A proposito il Santo Padre, nel recente incontro avuto con la Federazione nazionale dei medici e odontoiatri, ha ribadito che «la medicina, per definizione, è servizio alla vita umana». Proprio di questo si tratta: non si può chiedere agli operatori sanitari di contravvenire a ciò che è nel Dna della professione medica e cioè donare salute anziché dispensare la morte; tutto ciò può essere riassunto nella scritta sul portale dell’Hotel Dieu, il più antico ospedale di Parigi: «Se sei malato vieni e ti guarirò, se non potrò guarirti ti curerò, se non potrò curarti ti consolerò».

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