Condanna a 26 anni a Marotta, la difesa è soddisfatta. Ecco il motivo

SAN FELICE A CANCELLO. Si è tenuta oggi presso l’aula della Corte D’Assise del Tribunale penale di Santa Maria Capua Vetere, l’udienza di cui alla lettura del dispositivo per il Marotta Michele. Si chiude oggi il I grado del processo de quo dopo la ultima udienza tenutasi in data 16.02.22, ove vedeva la requisitoria del pm Camerlengo ove lo stesso chiedeva per l’imputato la condanna all’ergastolo.

Seguiva in quella sede l’arringa dei difensori, le avvocatesse Piscitelli Rosa e Pacelli Stefania protrattasi per bene 2 ore e 20 minuti, ove puntualmente la difesa smontava l’impianto accusatorio della procura soffermandosi punto per punto sulla prove emerse nella istruttoria processuale, sulle relazioni dei tecnici della procura nonché in maniera specifica sulle testimonianze rese nel processo stesso. La difesa concludeva con la richiesta di escludere le aggravanti quali la premeditazione e la crudeltà.

Dunque è stata scongiurata la premeditazione e l’aver agito con crudeltà verso la persona offesa, concesse le circostanze attenuante generiche equivalenti alle ulteriori aggravanti contestate e per il Marotta la Corte decide per 26 anni di reclusione. Ricordando la requisitoria del PM ove chiedeva l’ergastolo per il Marotta, si rileva chiaro che la Corte D’Assise di Santa Maria Capua Vetere, ha raccolto le difese dell’imputato, tanto è che strenuamente nell’arringa finale hanno ben rappresentato tutte le falle dell’accusa illuminando invece la Corte sugli elementi di cui all’istruttoria e le prove esistenti che hanno determinato l’orientamento della Corte verso l’unica verità: “il Marotta non voleva uccidere la moglie.”

C’è soddisfazione da parte della difesa Avv.ti Rosa Piscitelli e Stefania Pacelli per essere riuscite a far focalizzare la Corte sulla verità di cui all’evento delittuoso. Nessuna premeditazione emergeva agli atti ne tantomeno la crudeltà paventata dalla procura. Si attende il deposito delle motivazioni a 90 giorni. La difesa si prepara a proporre gravame innanzi alla Corte D’Appello.

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