Donna abortisce per malformazione, sentita dai carabinieri: TV in ritirata senza denunce

San Felice a Cancello. I carabinieri della stazione di San Felice a Cancello, guidati dal maresciallo Olindo Camassa, ieri pomeriggio hanno sentito presso la frazione Botteghino, la testimonianza della famiglia di una giovane donna residente a San Felice centro, sposata, che aveva abortito ad inizio settimana.

 

La suddetta, incinta di pochi mesi, si era sottoposta all’ospedale Civile di Caserta ad un aborto terapeutico per via di una malformazione del feto a livello genetico, in pratica non poteva proseguire la gravidanza, e pare che non fosse nemmeno la prima volta.

Di solito a fronte di un aborto la Procura interviene sempre, ma in questo caso non c’è stato bisogno per via del referto già chiaro di questa gravidanza andata male. Infatti le pompe funebri hanno acquisito il nulla osta del nosocomio e lo hanno consegnato all’Asl per prelevare il piccolissimo feto su richiesta della famiglia.

Una procedura molto snella.

 

Coincidenze davvero incredibili

 

Questa donna ha le stesse caratteristiche (sembrano più che gemelle) di quella protagonista degli articoli usciti ieri su diversi organi di stampa locali e nazionali (ne ha parlato tutta Italia): ha già un figlio, è residente a San Felice centro ma ha la famiglia residente nella frazione Botteghino.

La domanda nasce spontanea: quante probabilità ci sono che, nella stesso arco di tempo, di inizio settimana, due donne entrambe residenti a San Felice centro ma originarie della frazione Botteghino con già un figlio a carico possano entrambe abortire; una per una malformazione ed un’altra per una tentata rapina?

Una coincidenza davvero stupefacente…

Chi conosce il territorio sa bene che questa cittadina di 17 mila abitanti, stretta e lunghissima, ha un numero molto elevato di frazioni, quasi tutte sopra i mille residenti, tranne Polvica.

 

Altri riscontri

 

 

In precedenza, da parte dei militari, erano stati fatti dei riscontri su un altro ospedale fuori provincia su un possibile accesso di pronto soccorso di una donna sanfeliciana, ma non c’è stata conferma.

I carabinieri della locale stazione hanno visionato tutte le telecamere possibili negli orari e nel luogo che erano stati indicati dalla stampa nazionale e locale. Non è uscito nulla.

Su delega della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, i carabinieri di San Felice, sotto l’egida della compagnia di Maddaloni, stanno preparando una relazione per chiarire se c’è stato un qualche episodio delittuoso di microcriminalità nella zona centrale della cittadina, di cui sarebbe stata vittima una donna incinta sul quale al momento non è stata protocollata alcuna denuncia.

Nelle prossime ore la relazione sarà inviata direttamente al Procuratore del tribunale di Santa Maria Capua Vetere.

Un tentato raid collegato ad un possibile aborto di una donna? Al momento in paese nessuno sa nulla, e a testimonianza di ciò c’è la rabbia di alcune associazioni sanfeliciane che a gran voce hanno chiesto chiarezza su quanto hanno riportato ieri decine e decine di testate nazionali e locali (tranne noi).

 

Le tv nazionali volevano mandare i loro inviati

 

Per altro sempre ieri ci sono state delle richieste di informazioni da parte di alcune trasmissioni nazionali, in onda sulla Rai e su Mediaset, sia ai carabinieri del comando provinciale, sia alla locale stazione e sia al primo cittadino.

Tutti hanno risposto che non era stata protocollata alcuna denuncia su questo episodio e quindi è saltata anche la possibilità di fare un approfondimento, come spesso è accaduto di recente a queste latitudini, con il Covid hospital di Maddaloni.

 

La richiesta di chiarimenti delle associazioni

 

Questo uno stralcio della nota stampa delle associazioni che si riuniscono nel comitato La salute al centro:

Come Coordinamento di Associazioni sentiamo il dovere di chiedere alle Istituzioni preposte e alle Forze dell’Ordine quanto ci sia di vero in quello che è stato narrato dalla stampa, se è davvero il caso di preoccuparsi e chiudersi in casa in un lockdown anticriminalità.

La cosa che solleva più di un dubbio è il fatto che i cittadini non sappiano assolutamente niente di un episodio gravissimo avvenuto nella parte centrale del paese.

San Felice a Cancello ha certamente molti limiti e molti problemi, ma certamente non è la patria di ogni tipo di criminalità.

Le persone oneste, pulite, perbene sono la quasi totalità e non è giusto che si leggano su tutta la stampa nazionale di appartenere ad un paese dove avvengono cose inaudite e mostruose.

Vogliamo sperare che gli organi preposti possano far chiarezza su quanto letto in questi giorni e tranquillizzare la cittadinanza tutta”.

Il tutto a firma della portavoce Diamante Borzillo.

Exit mobile version