SAN FELICE A CANCELO. “Adesso vai a prelevare…mi porti 2.000 euro al mese… a me…che abbiamo i nostri carcerati da mantenere”. E’ questo il tono delle intercettazioni che si leggono nell’ordinanza del gip di Milano, che ha portato a 15 arresti nell’inchiesta su presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta nei cantieri della rete ferroviaria. Tra gli indagati a piede libero anche tre casertani, due dei quali di San Felice a Cancello anche le loro posizioni sono marginali e non attengono a ipotesi di coinvolgimento dei clan.
Dialoghi in cui parlano, in particolare, i fratelli Antonio e Alfonso Aloisio, finiti in carcere, che si presentano come imprenditori, ma sono “contigui alla ‘ndrangheta”, scrive il giudice, e si inseriscono “in modo spregiudicato in contesti imprenditoriali di rilevante spessore, riuscendo in breve tempo a diventare partner delle maggiori imprese operanti nel settore dell’armamento e della manutenzione di reti ferroviarie”.
Dalle cosche mutano “i metodi violenti per la risoluzione di controversie che possono insorgere sui loro cantieri o con gli operai che vi lavorano”. Così respingono un tentativo di estorsione, minacciano “un fornitore che sollecita il pagamento delle sue prestazioni” e puniscono “un operaio che aveva appiccato l’incendio in un magazzino per protesta contro la mancata apertura di una pratica infortunistica”. Episodi a cui i due fratelli, parlando nel giugno 2019, fanno riferimento con frasi come “volevano la mazzetta? (…) te la do io la mazzetta, nel cuore te la infilo”. E ancora, riferendosi a una persona con cui avevano avuto contrasti, Antonio Aloisio spiega di avergli detto “vedi che te li portiamo al tuo funerale i fiori”. E Alfonso: “Guarda che i fiori noi li portiamo per dote, dalla nascita, si è tappato la bocca con me”. Tante le intercettazioni di minacce e intimidazioni nelle oltre 380 pagine dell’ordinanza.
Secondo quanto riferito da “Quotidiano del Molise” tra gli indagati figurano tre casertani: si tratta di Oscar Esposito, 62 anni, residente a Caserta in corso Trieste; Salvatore Esposito, 60 anni, di San Felice a Cancello e Domenico Iannelli, 57 anni, anche lui di San Felice a Cancello. I tre casertani sono tutti indagati a piede libero. Iannelli ha una posizione minore e risponde di furto in concorso.
Tra gli indagati ci sono anche Alessandro e Edoardo Rossi, rispettivamente direttore e presidente di Gcf del Gruppo Rossi, oltre a Andrea Cenedese di Treviso; Luigi Cenedese di Treviso; Alfonso Giardino di Mozzecane (Vr); Domenico Giardino di Isola; Marco Giardinodi Isola; Stefano Giardino, di Isola; Vincenzo Giardino di Sona; Federico Giudici di Malegno (Bs); Antonio Marchio di Isola; Rosario Morelli di Campobasso; Carmine Pizzimenti di Isola; Tiziano Tolli di Tagliacozzo (Aq); Alessandra Ventura di Lecce; Pietro Ventura di Roma e ai già citati casertani.
La Dda aveva chiesto 35 arresti ma il gip ne ha disposti 15