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Portico di Caserta diventa il “Paese dei bottari”
Portico di Caserta. Portico di Caserta diventa ufficialmente il “paese dei bottari”. Ad annunciarlo, il primo cittadino Giuseppe Oliviero, che in un orgoglioso post sulla sua pagina Facebook ha spiegato la nuova “denominazione” del paese.
“Una delle nostre prerogative, lasciare il segno. È ciò che abbiamo fatto – si legge sul post del primo cittadino – anche con la nostra amata festa di Sant’Antuono.
Una tradizione che si rinnova da secoli ma che negli ultimi anni ha avuto un’evidente evoluzione grazie all’impegno dell’amministrazione che ha saputo recepire tanti fondi per darle lustro, ideando un vero e proprio format dal taglio innovativo, mediatico e culturale di un certo spessore ma sempre attenti e vigili a preservare la tradizione e, soprattutto, ha fatto sì che i protagonisti indiscussi fossero solo loro, i Bottari.
Un lavoro che parte da lontano fino ad arrivare ad oggi, dove consapevoli del legame viscerale tra il popolo portichese e Sant’Antuono, l’Assessore alla Cultura Ienco, insieme all’Amministrazione Comunale, ha scelto di omaggiare il popolo Portichese riconoscendo la festa come “bene immateriale” della comunità nonché proteggendo e dichiarando: Portico di Caserta “Paese dei Bottari”.
Le origini della festa
La celebrazione in onore di Sant’Antuono è sicuramente la tradizione più importante e sentita da tutta la comunità portichese. La tradizione risale al XIII sec. e ripercorre l’usanza di percuotere gli strumenti della terra (falci, tini e/o cupelle e botti) per scacciare i demoni e proteggere gli animali. Allora era solo comune, Macerata Campania.
La festa ha avuto un crescendo anche grazie all’Ente Comunale, che negli ultimi anni ha saputo beneficiare di fondi “POC CAMPANIA 14/20 – linea strategica “rigenerazione urbana politiche per il turismo e cultura” proposti dal comune sia in forma singola che associata.
Le finalità dei progetti sopraindicati, perseguiti e realizzati nell’ambito della festa tradizionale di Sant’Antonio Abate, sono state le seguenti:
1. Rafforzare la conoscenza culturale del paese sul mercato turistico.
2. Valorizzare le tradizioni socio/culturale del territorio con la realizzazione di
offerte integrative.
3. Incentivare le cooperazioni ed aggregazioni tra enti.