Rifiuti e parcheggi, il nodo della zona grigia Comuni-clan nella Dda

 

SANTA MARIA CAPUA VETERE (Antonio Tagliacozzi). Il nuovo anno si apre con il prosieguo di una serie di indagini da parte della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli su attività pubbliche e private che meritano attenzione ed esami approfonditi. Recentemente si è saputo della vicenda relativa alle gare di appalto per i servizi di igiene urbana e per la raccolta dei rifiuti che sarebbero state condizionate dal cosiddetto metodo “Savoia” dal nome dell’imprenditore che secondo i giudici sarebbe stato in grado di manovrare le gare ad evidenza pubblica in questo settore.

Ben 44 sarebbero i comuni del casertano, e fra questi anche Santa Maria, che sarebbero attenzionati in questo particolare segmento della vita amministrativa dove sarebbero stati riscontrati particolari interessi di clan malavitosi. E proprio a santa Maria il servizio igiene è travagliato da anni di proroghe, ordinanze, ricorsi, interdittive antimafia ed aggiudicazioni varie che rendono particolarmente difficile il governo di questo settore.

Un altro comparto sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti è costituito dal forte interesse dei clan, come hanno riferito anche i collaboratori di giustizia, per la gestione delle aree di parcheggio sia pubbliche che private il che sarebbe confermato dall’anomala crescita di aree d sosta a pagamento in città. Anche in questo caso, i giudici dell’anti mafia vogliono vederci chiaro e stanno effettuando una serie di indagini e riscontri su di un settore quanto mai redditizio. Infine, anche i giudici contabili della Procura regionale della Corte dei Conti della Campania hanno messo sotto la lente di ingrandimento i bilanci di quattro comuni del casertano, fra i quali anche quello di santa Maria, per un riscontro con i bilanci della Regione Campania.

In particolare, il comune di Santa Maria avrebbe inserito nel bilancio un credito di sei milioni e mezzo di euro, ma la Regione sostiene che ne dovrebbe pagare solo tre milioni di euro perché esisterebbe un credito di ritorno. Tutto da verificare, ovviamente, con riscontro di dati e fatti che certamente non sfuggiranno all’attenzione dei giudici che stanno seguendo i vari fascicoli e le ipotesi di reato.

 

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