Valle Caudina. La corte di Assise, presidente Galeota, ha condannato a 18 anni di reclusione Giancarlo Di Matola 32enne di San Martino Valle Caudina. Il giovane è stata riconosciuto colpevole dell’omicidio di Orazio De Paola di 58 anni.
La Pubblica accusa aveva chiesto la pena di 24 anni di carcere. Il difensore di Di Matola, l’avvocato Alessio Ruopo ha, invece, sostenuto la cancellazione delle circostanze aggravanti che sono stati accolte dalla Corte di Assise, così la pena commutata al 32enne è stata ridotta a 18 anni di reclusione.
In un anno e tre mesi si è risolto, già con la prima condanna, un omicidio che fece davvero molto scalpore. Un fatto di sangue che, in un primo momento, si era pensato fosse legato a vicende relative la criminalità organizzata.
L’omicidio di Orazio De Paola risale alla mattinata dell’8 settembre 2020. Orazio De Paola, pluripregiudicato e indicato come ai vertici di un clan operante in Valle Caudina era stato ucciso a colpi di pistola in via Castagneto. Almeno quattro pallottole al torace e l’ultima alla testa, esplose con una pistola di piccolo calibro.
Le indagini si erano immediatamente dirette verso il mondo della criminalità organizzata, ipotizzando un capovolgimento degli equilibri camorristici, ma gli accertamenti hanno fatto emergere anche altre piste.
È infatti venuto fuori che, soltanto qualche giorno prima, De Paola aveva furiosamente discusso con il fratello minore di Di Matola, sembrerebbe per motivi passionali. L’omicidio è avvenuto nei pressi dell’abitazione dei Di Matola, dove pare che De Paola si fosse diretto dopo aver ricevuto una telefonata.
La discussione
Gradualmente, gli inquirenti abbandonarono la pista camorristica. Il chiarimento tra i due, secondo quanto accertato dagli investigatori, sfociò nel delitto. Per De Paola non ci fu nulla da fare, mentre Di Matola fuggì per poi consegnarsi a forze dell’ordine e magistratura. Ora arriva l’epilogo con la condanna a 18 anni.