Anna, ombra malasanità sul decesso: sequestrata cartella clinica con gli esami di 7 giorni

 

SANTA MARIA CAPUA VETERE. Sono sette i giorni finiti nel mirino dell’indagine aperta sulla morte di Anna Antonia Nacca, la 70enne deceduta all’ospedale di Caserta. Oltre al sequestro della salma gli agenti della questura di Caserta hanno acquisito la cartella clinica con gli esami effettuati al “Sant’Anna e San Sebastiano” dal 9 dicembre, giorno del primo accesso al pronto soccorso, al 15 dicembre, giorno degli ultimi esami prima del decesso avvenuto alle prime ore del 16.

IL PRIMO LANCIO

SANTA MARIA CAPUA VETERE. L’avevano rassicurato dicendo che la situazione non era compromessa e invece quella maledetta telefonata ha fatto piombare la sua famiglia in un incubo. Non potranno riaverla,  ma almeno vogliono giustizia.

E’ stata aperta un’indagine sulla morte di Anna Antonia Nacca, la 70enne originaria di Casapulla ma residente a Santa Maria Capua Vetere morta il 16 dicembre all’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta dove era ricoverata da una settimana nel reparto di Nefrologia.

La salma dell’anziana è stata sottoposta a sequestro ed è stato deciso l’esame autoptico che sarà effettuato all’istituto di medicina legale nella giornata di mercoledì dopo la denuncia presentata agli agenti della questura dal figlio della vittima, Felice Plomitallo, residente a Macerata Campania, coadiuvato dall’avvocato Benito De Siero.

Stando a quanto emerso dalla denuncia dalla quale hanno preso spunto le indagini tutto comincia il 9 dicembre quando la donna comincia a lamentare dolori addominali. Dopo alcune ore al pronto soccorso viene disposto il giorno successivo il ricovero e diagnosticata un’insufficienza renale acuta anche se la 70enne continuava a lamentare dolori nonostante le cure alle quali era stata sottoposta.

A sei giorni dal ricovero figlio e nuora si recano al reparto di Nefrologia e nonostante i dolori forti della donna ed alcuni problemi vengono rassicurati da un medico che evidenzia come sia stata scongiurata l’ischemia intestinale.

La mattina dopo, ad una settimana esatta dal ricovero, la telefonata che gela il sangue: “Sua madre è deceduta”. Dopo la disperazione prevale la voglia di ottenere giustizia e capire cosa non sia andato per il verso giusto e soprattutto se sia stato fatto tutto il possibile per salvare la vita della signora Antonia. Mercoledì il primo passo con l’autopsia.

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