MARCIANISE. La Corte di Appello è pronto a scrivere anche sul secondo filone del processo dell’inchiesta Unrra Casas sullo spaccio di stupefacenti nel complesso edilizio sito tra Marcianise e Capodrise. In queste ore si è tenuta la requisitoria per i 7 indagati che avevano scelto il rito ordinario. Il pm della Dda Landolfi ha invocato 16 anni e 8 mesi per Giulio Ciano; 16 anni e 4 mesi per Francesco De Matteis; 2 anni per Francesco Martone; 8 anni e 6 mesi per Raffaele Corvino; 1 anno e 2 mesi per Enrico Di Biase; 1 anno per Carmine Zarillo; 2 anni e 8 mesi per Simmaco Coppola. Nel collegio difensivo gli avvocati Giuseppe Foglia, Angelo Raucci e Tommaso Giaquinto. Con rito abbreviato erano stati condannati 28 imputati a oltre due secoli di reclusione.
L’indagine, portata avanti dal mese di settembre 2014 al mese di maggio 2015, mediante servizi di osservazione, controllo e pedinamento nonché attraverso intercettazioni telefoniche, ha permesso di contrastare il dilagante fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti nei comuni di Marcianise, Capodrise e Maddaloni e di accertare la commissione di plurime cessioni di sostanza stupefacente, operate in regime di monopolio avvalendosi delle condizioni di assoggettamento e omertà di cui all’art. 416 bis, c.p., nonché al fine di agevolare le organizzazioni camorristiche denominate “Belforte” e “Piccolo-Letizia”.
Grazie ad una serie di attività di riscontro, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Marcianise sono riusciti ad individuare, per la prima volta, l’esistenza di un accordo tra i due clan operanti nel comune di Marcianise, “Clan Belforte, detto dei Mazzacane” e “Clan Piccolo-Letizia detto dei Quaqquaroni”, storicamente nemici e la cui rivalità ha prodotto tra la fine degli anni ‘90 e metà degli anni 2000 svariate decine di omicidi, con il quale veniva sancita un’alleanza per la gestione dell’attività illecita dello spaccio di sostanze stupefacenti, con diversi avvicendamenti tra le due famiglie.