Modificata la misura per i due Massaro alias i Cicchielli

San Felice a Cancello. Arrestati a fine novembre e posti ai domiciliari per estorsione in concorso avvenuta nel mese di gennaio 2021 e uno anche di tentata estorsione aggravata verificatasi nell’estate del 2020, arriva una buona notizia per Antonio e Clemente Massaro.

L’avvocato difensore Stefano Melisi è riuscito ad ottenere il permesso a lavoro per il 27enne e il 54enne che possono quindi allontanarsi dal domicilio alla via Forestale di Talanico dalle 7 alle 19 per svolgere la loro attività di pastori. Chiaramente dalle 19 devono restare a casa.

Ricordiamo che i due Massaro appartengono alla famiglia dei Cicchielli.

I due erano stati colpiti da provvedimento emesso dalla Dodicesima Sezione Penale del Riesame del Tribunale di Napoli a seguito di appello proposto dalla Procura di Benevento avverso l’ordinanza del locale G.I.P. e confermato dalla Corte di Cassazione, adita dalla difesa degli indagati, trae origine dall’attività posta in essere dai militari dell’Arma di Dugenta dalla fine del mese di gennaio 2021 a seguito della denuncia sporta da un pastore di Limatola per minaccia aggravata e invasione di terreni e successivamente per l’aggressione patita dallo stesso che vide l’intervento di un militare dell’Arma, libero dal servizio, il quale evitò più gravi conseguenze.

Le indagini permettevano di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico del 54enne che, nell’estate del 2020, aveva minacciato il denunciante, mostrandogli una pistola a tamburo al fine di costringerlo a lasciare libero il terreno per il pascolo mentre successivamente i due, nel mese di gennaio 2021, in concorso ed unione con il soggetto di Durazzano, avevano posto in essere condotte di violenza e minaccia consistite prima in telefonate di “avvertimento” per poi terminare con l’aggressione del 28 gennaio 2021 allorquando la vittima fu oggetto di aggressione mediante l’uso di bastoni, seguita da ulteriori frasi minacciose che lo costringevano a lasciare i terreni a lui regolarmente in uso e consentivano agli indagati di trarre un ingiusto profitto consistito nello sfruttamento dei terreni in questione.

 

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