Camorra, svolta per l’ex prof: misura cancellata e beni restituiti

 

 

MARCIANISE. Svolta per l’ex insegnante di educazione fisica Roberto Trombetta, fratello del boss dei Mazzacane Gino. La Corte di Appello di Napoli ha annullato nei suoi confronti la misura della sorveglianza speciale provvedendo inoltre a restituire i beni oggetto di un sequestro.

Decisivo non solo il comportamento impeccabile di Trombetta da detenuto ma anche l’attività ormai spenta del clan Belforte, decapitato da tempo ed ormai con pochi uomini e mezzi sul territorio. I beni sono stati restituiti in quanto ritenuti, in parte derivati da proprietà di famiglia, nell’altra parte perchè non è stata accertata la provenienza.

Ad incastrare Trombetta fu lo stesso  2 boss Salvatore Belforte, che durante la sua breve collaborazione con la giustizia (nel 2015), parlò delle “amicizie sul Comune dei Trombetta”.

 

Il latitante e il prof factotum

Salvatore Belforte nell’interrogatorio del 22 maggio 2015 ricorda che nell’anno 2006 quando il fratello Luigi Trombetta era latitante, i suoi guadagni erano gestiti dal fratello Roberto Trombetta. Nel breve periodo di libertà del boss, agosto 2006, Belforte aveva incontrato 5-6 volte Gino Trombetta che era quasi sempre accompagnato dal fratello Roberto.

 

“Proprio in uno di questi incontri – puntualizza Belforte – ho rimproverato a Gino di essersi arricchito anche a mio scapito mio e del clan, gli chiesi che cosa facesse il fratello Roberto che io sapevo essere un insegnante di scuola, Gino mi rispose che il fratello lo aiutava anche per la difficoltà negli spostamenti che lui aveva esseendo latitante”

 

I contatti tra Municipio e giro di strozzo

 

“Dai discorsi fatti con Gino soprattutto nel 2006 ho potuto comprendere che Roberto Trombetta investiva e gestiva i soldi del fratello, soldi naturalmente guadagnati con l’appartenenza di Gino al clan Belforte, e io stesso ho saputo che Roberto investiva tali soldi nell’attività di usura, cioè vendeva i soldi del fratello a pagamento. Gino non mi hai mai detto che il fratello investisse nell’usura, si è limitato a farmi capire che i soldi li gestiva insieme al fratello, ma io ho potuto verificare di persona i contatti che Roberto Trombetta aveva allacciato con diversi soggetti proprio nello svolgimento dell’attività di usura”. Poi il riferimento ai legami negli uffici di piazza Umberto I: “Gino e il fratello Roberto avevano buone amicizie sul Comune”

 

 

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