Veleni nei fiumi, maxi sequestro dopo i 33 indagati. Video

 

Regionale. Nella mattinata odierna, i Carabinieri del Gruppo per la Tutela Ambientale e la Transizione Ecologica di Napoli, all’esito di un’articolata e complessa indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Benevento, hanno dato esecuzione, in collaborazione con il Nucleo Polizia Economica e Finanziaria del Comando Provinciale della Guardia di finanza di Benevento, ad un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente di denaro, di beni mobili e immobili nella disponibilità della stessa società, per un ammontare di € 78.210.529,00 nei confronti della società GE.SE.SA – Gestione Servizi Sannio S.p.A., società che gestisce attualmente il Servizio Idrico Integrato, o suoi segmenti, in plurimi Comuni di competenza dell’ATO 1 Campania.

 

Il sequestro è stato disposto, ai sensi degli artt. 19 e 53 D. Lgs. 231/2001, per l’illecito amministrativo di cui agli articoli 24 (in relazione all’articolo 640 secondo comma c.p.) e 25 undecies (in relazione ai reati ambientali p. e p. dagli artt. 452 bis c.p., 137, 256 e 258 del D. Lgs. 152/2006) D. Lgs. n. 231/2001, commessi in Benevento negli anni 2017, 2018, 2019, per non avere adottato ed efficientemente attuato modelli di organizzazione e di gestione idonei a prevenire i reati contestati, commessi per conto, nell’interesse e a vantaggio della società dai suoi amministratori e da dipendenti che rivestivano, all’epoca dei fatti, funzioni di direzione o vigilanza all’interno dell’ente.

 

Il provvedimento cautelare si inserisce nella già nota e articolata indagine, coordinata dai magistrati della Procura della Repubblica di Benevento e condotta dal Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri di Napoli, relativa al grave inquinamento dei fiumi Calore e Sabato che attraversano la provincia di Benevento, che nel maggio dello scorso anno, aveva portato al sequestro preventivo, disposto dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Benevento di nr. 12 impianti di depurazione gestiti dalla stessa società, al deferimento di nr. 33 persone (15 maggio 2020) e all’applicazione di nr. 2 misure interdittive, per la durata di anni uno, con divieto di esercitare qualsiasi attività imprenditoriale o professionale nei settori della depurazione di acque, nella gestione dei rifiuti di qualsivoglia tipo e natura e nella distribuzione di acque per il pubblico consumo (giugno 2021) nei confronti del Responsabile della conduzione operativa degli impianti di depurazione e dell’Assistente pianificatore, della GESESA ritenuti graveinente indiziati dei reati di inquinamento ambientale, frode nelle pubbliche forniture, truffa aggravata, gestione illecita di rifiuti, scarichi di acque reflue senza autorizzazione e falsità in atti.

 

Le pregresse indagini della Procura avevano consentito di acquisire gravi indizi in ordine a una presenza diffusa e massiva di scarichi diretti dalle fogne dei Comuni di Benevento città e della Provincia nei fiumi Calore e Sabato dovuta, in alcuni casi, all’assenza di depuratori, con immissione di reflui inquinanti direttamente nei corsi d’acqua, in altri al non corretto funzionamento dei depuratori esistenti. La modifica dell’originaria consistenza della matrice ambientale dei fiumi del bacino idrografico sannita e uno squilibrio strutturale caratterizzato da un decadimento di stato o di qualità ecologico era, allo stato degli atti, nella fase delle indagini preliminari e come gravità indiziaria, il risultato di una cattiva e fraudolenta gestione operativa degli impianti da parte del personale della GE.SE.SA. s.p.a., società che ha in gestione i depuratori. Con tale condotta si è ritenuto che venivano tutelati soltanto gli interessi privatistici di carattere economico dell’azienda a discapito del bene comune rappresentato dalla necessità di evitare che reflui inquinati o comunque non conformi a legge finissero nei corsi idrici, risorse vitali per il nostro paese e oggetto dell’affidamento alla GeSeSA da parte dei Comuni della depurazione delle acque. Allo stato e in questa fase sono stati acquisiti gravi indizi -per come ritenuto dal Tribunale del Riesame di Napoli, che aveva accolto l’appello del PM avverso il rigetto del Gip, nei confronti dei due funzionari

Exit mobile version