SANTA MARIA CAPUA VETERE (Antonio Tagliacozzi) La costruzione del nuovo supermercato LIDL di via Galatina addirittura è finita sulla scrivania del ministro ai Beni Culturali, Dario Franceschini attraverso una interrogazione presentata da alcuni senatori del gruppo misto, fra cui la ex cinque stelle Margherita Corrado che già in precedenza si era occupata della vicenda.
In buona sostanza i parlamentari hanno interrogato il ministro per vederci chiaro su quello che sta accadendo in via Galatina dove sono stati portati alla luce importanti reperti di età romana appartenenti all’antica Capua.
Secondo gli interroganti non tutte le prescrizioni imposte dalla Soprintendeza, per la tutela del sito, sarebbero state rispettate dai costruttori in maniera che quanto mai difficile potrebbe risultare la fruizione da parte dei cittadini dei reperti dichiarati quanto mai importanti e rilevanti da parte della stessa Soprintendenza. Per completezza di informazione riportiamo integralmente il comunicato ed il testo della interrogazione presentata fra gli altri dalla senatrice Margherita Corrado.
Con i colleghi senatori Angrisani, Granato e Lannutti, ho presentato una interrogazione a Franceschini sulle decisioni assunte dalla Soprintendenza ABAP di Caserta e Benevento dopo le indagini archeologiche condotte da febbraio 2020 a Santa Maria Capua Vetere (Caserta), in Via Galatina-proprietà Orsi, propedeutiche alla costruzione di un capannone destinato a centro commerciale. È ben noto agli specialisti che Via Galatina riproduce il percorso della strada, come d’uso fiancheggiata da tombe (poco lontano dalla proprietà Orsi ne è stata rinvenuta una eccezionale: la cd. Tomba di Stallia), che, uscendo da Capua, conduceva al santuario di Diana Tifatina. Qualsiasi ipotesi di nuova edificazione deve perciò confrontarsi, in quest’area, con un rischio archeologico alto, tale che, una volta eseguite le indagini del caso, è possibile che l’opera progettata debba essere modificata, anche sensibilmente, o addirittura accantonata.
L’interesse della comunità, infatti, dovrebbe prevalere su quello del privato e spetta agli uffici del Ministero della Cultura assicurarsi che sia l’opera nuova a rispettare l’antica, senza imporne il sacrificio, come sembra invece essere accaduto nel caso di specie. Di conseguenza, è stato chiesto al Ministro: “…quale fosse la destinazione urbanistica dell’area del costruendo centro LIDL all’atto della richiesta del permesso di costruzione, per accertarne la legittimità o meno, e se non condivida il timore che isolare i ruderi dietro il capannone, costringerli tra quello e la recinzione della proprietà Orsi, consentendo che il volume dell’immobile interrompa il cono visuale del tracciato viario antico, rischia di condannare di fatto quell’area all’oblio e allo squallore di un ‘retrobottega’, sempre che si trovino il denaro e la soluzione tecnica capace di garantire (potenzialmente) la fruizione del sito”. Sarebbe stato di gran lunga più sensato imporre alla Proprietà un cambio di orientamento del capannone, con eventuale ridimensionamento dello stesso o del parcheggio antistante, tale da disporre l’immobile parallelamente all’asse stradale di II sec. a.C. orientato 45°NE (come la centuriazione graccana) al quale si è parzialmente sovrapposto un mausoleo di I sec. a.C. conservato a livello di fondazione. Solo così il visitatore avrebbe percepito lo sviluppo del tracciato romano, quand’anche solo parzialmente lasciato a vista, com’è stato deciso, mentre per il tratto successivo si poteva ‘suggerirlo’, alla quota di calpestio odierna, grazie ad un viale con uguali dimensioni e parimenti orientato. All’inizio dell’estate, la Soprintendenza ancora prospettava che in corrispondenza del mausoleo dovesse aver luogo un’operazione di restauro conservativo e che andassero “valutati gli interventi di valorizzazione del monumento e dell’area circostante destinata a verde per una superficie di ca. 2.550 mq”…
Foto aeree dimostrano, invece, che la fascia settentrionale del cantiere, è più piccola di quelle che ospitano capannone e parcheggio; al suo interno, inoltre, ricade solo il terzo più orientale dell’asse viario romano, costretto fra muri-limite di cemento armato che rendono poco credibile qualsiasi ipotesi di fruizione