CASERTA/MADDALONI. Undici condanne nel processo i sullo spaccio di droga nel circolo sportivo della frazione di San Clemente, al confine tra Caserta e Maddaloni svoltosi con rito abbreviato.
Il gup ha condannato a 14 anni e 10 mesi a Luigi Belvedere; 10 anni a Francesco Capasso; 6 anni a Vincenzo De Lucia; 5 anni e 8 mesi a Gaetano Ferrante; 5 anni e 4 mesi a Massimiliano Luiso; 5 anni e 4 mesi a Michael Natale; 5 anni e 8 mesi a Vincenzo Alfredo Natale; 5 anni e 8 mesi a Celestino Pasquariello; 9 anni e 4 mesi a Luca Piscitelli; 5 anni e 1 mese a Salvatore Piscitelli; 6 anni e 10 mesi a Umberto Zampella. L’unico assolto è Valerio Pasquariello.
Le condanne sono state più lievi di quelle richieste dal pm Landolfi. Il sostituto procuratore aveva invocato 20 anni di reclusione per Luigi Belvedere; 18 anni di reclusione per Luca Piscitelli; 14 anni di reclusione a Francesco Capasso; 12 anni di reclusione a Gaetano Ferrante; 12 anni di reclusione a Massimiliano Luiso; 12 anni di reclusione a Celestino Pasquariello; 10 anni di reclusione a Vincenzo De Lucia; 10 anni di reclusione a Vincenzo Alfredo Natale; 10 anni di reclusione a Michael Natale; 10 anni di reclusione a Valerio Pasquariello; 8 anni di reclusione per Salvatore Piscitelli e 12 anni di reclusione chiesti per Umberto Zampella. Gli imputati sono di Caserta, Caiazzo, Casagiove, San Prisco, Maddaloni e Caivano.
Le attività investigative hanno permesso di ricostruire l’organigramma criminale costituito da un ramificato e aggressivo sodalizio dedito all’incessante compravendita di ingenti quantitativi di droga presso Caivano che venivano poi rivenduti al dettaglio a Caserta. Il gruppo si reggeva su una struttura fondata sull’affiliazione fra i soggetti membri, tutti giovani casertani e caivanesi, legati tra loro da rapporti di parentela e di amicizia, quattro dei quali risultano già attinti da precedenti provvedimenti restrittivi. In particolare si evidenzia la scaltrezza e la pericolosità sociale degli indagati, in gran parte incensurati all’epoca dei fatti, pienamente determinati a perseguire con pervicacia l’attività illecita attraverso l’adozione di tutte le cautele finalizzate a consentire al gruppo di continuare ad operare adattandosi al mutamento delle circostanze.
È stato altresì individuato un importante canale di approvvigionamento dello stupefacente che veniva acquistato a Caivano. La droga acquistata, principalmente cocaina, veniva trasportata in grossi quantitativi nel casertano a bordo di autovetture a noleggio sempre differenti. Nel capoluogo la cocaina, al fine di ricavare il maggior numero di dosi possibile ovvero di essere trasformata in crack, veniva lavorata in via Cittadella all’interno di un appartamento in affitto. Proprio all’interno di tale “raffineria artigianale” è stato rinvenuto materiale tecnico altamente professionale per la pesatura, il confezionamento e la trasformazione chimica, nonché un congegno telecomandato realizzato all’interno di un cassetto, occultato in una parete, utilizzato per nascondere tutto lo stupefacente destinato ad essere venduto al dettaglio sulla principale piazza di spaccio sita in via Caprio Maddaloni presso il circolo “Sport Club giovanile”, che attirava acquirenti da tutto l’hinterland.