Arienzo. Un carcere all’avanguardia quello sulla Nazionale Appia, dove il recupero dei detenuti alla vita è davvero significativo e si svolge grazie a progetti ed iniziative di spessore.
Il carcere di Arienzo ha una piccola area verde dove i detenuti possono coltivare alcuni prodotti, tra zucche, peperoncini ed altro.
Sono però in attesa della formalizzazione della polizza da parte del Comune di Arienzo per poter dare una mano alla cittadinanza, ed essere impiegati in altri progetti all’esterno, ad esempio il verde pubblico per i reclusi in articolo 20 ter, quelli che possono lavorare.
Le lamentele rilevate sono purtroppo a carico del magistrato di sorveglianza competente sia per l’operato che per la presenza.
In pratica i detenuti necessitano di maggiore presenza fisica o tramite Skype del suddetto magistrato, per ascoltare le loro esigenze ma soprattutto una velocizzazione dell’operato che spesso ha tempi biblici.
In procinto di partire anche il progetto del canile con l’impegno da parte sia del Comune sia della direttrice Annalaura De Fusco, un tassello importante proprio il rapporto con gli amici a quattro zampe da parte degli stessi reclusi.
Su tutto questo si è espressa Emanuela Belcuore, garante dei detenuti di Terra di Lavoro:
“La casa di reclusione di Arienzo è una piccola realtà con grandi potenzialità, auspico che per vari motivi di opportunità al più presto possa diventare un istituto dove ci sono tutti detenuti 20 ter che possono lavorare. Si parla tanto di giustizia riparativa, trasformiamo in pratica tutti i buoni propositi per il recupero e il reintegro nella società di persone che hanno sbagliato ma che chiedono una seconda opportunità”