CASERTA. Per la Dda è stato uno dei capi dello spaccio nel capoluogo. Ma Luigi Belvedere, 29 anni, casertano scappato al blitz dell’anno scorso, piazza di spaccio organizzata in un club sportivo tra Maddaloni e Caserta, frazione San Clemente, è anche altro.
Che fosse andato in Colombia era ormai risaputo: ma ieri, nel corso della requisitoria relativa a quel procedimento, è emerso che Belvedere ha anche cambiato settore. Gestisce infatti due pizzerie a Cartagena, città costiera non lontana da Baranquilla. Un dettaglio venuto fuori mentre il pm Landolfi invocava 20 anni di reclusione per lui: una eventuale condanna che potrebbe restare lettera morta, vista l’impossibilità di estradare il ras, alla luce della mancanza di accordi bilaterali tra Italia e Colombia.
Le attività investigative hanno permesso di ricostruire l’organigramma criminale costituito da un ramificato e aggressivo sodalizio dedito all’incessante compravendita di ingenti quantitativi di droga presso Caivano che venivano poi rivenduti al dettaglio a Caserta. Il gruppo si reggeva su una struttura fondata sull’affiliazione fra i soggetti membri, tutti giovani casertani e caivanesi, legati tra loro da rapporti di parentela e di amicizia, quattro dei quali risultano già attinti da precedenti provvedimenti restrittivi. In particolare si evidenzia la scaltrezza e la pericolosità sociale degli indagati, in gran parte incensurati all’epoca dei fatti, pienamente determinati a perseguire con pervicacia l’attività illecita attraverso l’adozione di tutte le cautele finalizzate a consentire al gruppo di continuare ad operare adattandosi al mutamento delle circostanze.
È stato altresì individuato un importante canale di approvvigionamento dello stupefacente che veniva acquistato a Caivano. La droga acquistata, principalmente cocaina, veniva trasportata in grossi quantitativi nel casertano a bordo di autovetture a noleggio sempre differenti. Nel capoluogo la cocaina, al fine di ricavare il maggior numero di dosi possibile ovvero di essere trasformata in crack, veniva lavorata in via Cittadella all’interno di un appartamento in affitto. Proprio all’interno di tale “raffineria artigianale” è stato rinvenuto materiale tecnico altamente professionale per la pesatura, il confezionamento e la trasformazione chimica, nonché un congegno telecomandato realizzato all’interno di un cassetto, occultato in una parete, utilizzato per nascondere tutto lo stupefacente destinato ad essere venduto al dettaglio sulla principale piazza di spaccio sita in via Caprio Maddaloni presso il circolo “Sport Club giovanile”, che attirava acquirenti da tutto l’hinterland.