CAPUA. La procura di Lodi ha chiuso le indagini, in vista della richiesta di rinvio a giudizio, per 15 persone, tra cui Maurizio Gentile, ex amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana, e Michele Viale, presidente e ad di Alstom Ferroviaria, e per le due società, per l’incidente ferroviario del Frecciarossa 1000 che il 6 febbraio 2020 è deragliato a Ospedaletto Lodigiano (Lodi) causando la morte di due macchinisti e il ferimento di 10 passeggeri. Le vittime furono il calabrese Giuseppe Cicciù e il 59enne capuano Mario Dicuonzo, prossimo alla pensione.
I reati contestati dal Procuratore della Repubblica Domenico Chiaro e dal pm Giulia Aragno sono disastro colposo e omicidio colposo plurimo. Stralciata la posizione di sei persone in vista dell’istanza di archiviazione, tra cui quella di Marco Donzelli, responsabile dell’unità territoriale di Bologna per Rfi.
Vicino alla pensione e di carattere più riservato, Dicuonzo, 59 anni, era originario di Capua ma viveva a Pioltello con la moglie e un figlio. La sua passione, oltre ai treni, era il judo. Da questa pratica, aaveva imparato quei valori di correttezza e dedizione che ogni giorno trasmetteva con il proprio esempio ai colleghi.