Droga nelle palazzine, sentenza per 10

 

 

MADDALONI. Arriva al primo verdetto l’ennesima inchiesta sullo spaccio nelle palazzine Iacp di Maddaloni.

Al tribunale di Santa Maria Capua Vetere è stato emesso il verdetto per 10. Sette i condannati in primo grado: sono stati comminati 10 anni e 6 mesi ad Antonio Tagliafierro, 7 anni e 4 mesi per Giovanni Ventrone, 6 anni e 8 mesi per Luigi Iovino, 5 anni e 10 mesi a Domenico Tagliafierro, 4 anni e 2 mesi a Fabio Romano, 6 mesi a Aniello Zampella, 6 mesi a Alfonso Romano. Il tribunale ha mandato assolti tre imputati: Traviso, De Angelis e Stefanelli.

L’indagine dopo l’omicidio

Il processo scaturisce dall’attività di indagine posta in essere da Aprile 2017 a Novembre dello stesso anno, nata come ulteriore sviluppo investigativo susseguente all’omicidio di CORRERA Francesco (avvenuto nel settembre 2015) per motivi riconducibili alla gestione della piazza di spaccio sita in Maddaloni alla Via Feudo 54; i militari del Nucleo Operativo sono così riusciti a ricostruire l’effettiva esistenza di un articolato sodalizio criminale dedito al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti del tipo hashish, cocaina, eroina e crack, avente come base logistica proprio il comprensorio di case IACP sito in Maddaloni, via Feudo 54. Nello specifico durante l’attività di indagine sono stati riscontrati ben 56 episodi di cessione di sostanza stupefacente.

I ruoli

Le attività intercettive telefoniche, ambientali e video, hanno permesso di identificare il capo del sodalizio criminoso in ROMANO Fabio, che si serviva attivamente di più pusher.

Secondo l’accusa gli altri sodali si spartivano il controllo di una determinata e ben precisa attività all’interno del gruppo: Ventrone Giovanni fungeva da “custode” dello stupefacente e del materiale di confezionamento (detenendo il tutto in una soffitta di una sua abitazione), Zampella Aniello gestiva autonomamente un pacchetto di clienti facendo riferimento alla figura di Romano Fabio per l’approvvigionamento, Tagliafierro Antonio, Tagliafierro Domenico e Iovino luigi erano i tre maggiori di pusher del gruppo.

 

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