Cultura, tradizioni e turismo: Belfiore chiama i bottari

 

CAPODRISE. Tradizioni e futuro. Il 17 settembre, alle 20, nell’area green di via Valvitelli, a Capodrise (nei pressi di Parco Rodari), la candidata a sindaco Maria Belfiore presenterà il programma elettorale della lista Alleanza per Capodrise. Prenderanno la parola anche i candidati al Consiglio Filomena Letizia, Franco Martone, Giuseppe Piccolo e Paola Pontillo, che si intratterranno su temi specifici.

 

Una parte dell’intervento di Belfiore riguarderà il capitolo su “Cultura, tradizioni e turismo”: «Capodrise mostra, oggi più che mai – dichiara la candidata a sindaco –, un forte desiderio di recuperare la propria identità culturale. È stanca di eventi calati dall’alto, chiusi nei palazzi e nelle corti. Da sindaca mi impegnerò a sostenere “Putéche”, una straordinaria manifestazione che celebra le botteghe di un tempo e gli antichi mestieri, e a riprendere il festival del folklore “Ce steve ‘na vota”; sono entrambi riti collettivi, di strada, da difendere e da tramandare». A dimostrazione di come cultura e tradizioni possano, e debbano, convivere, Belfiore inviterà sul palco il gruppo folk “Suoni antichi – I bottari di Macerata Campania”. «Me lo hanno chiesto – rivela – tanti giovani di Capodrise (“Maria, portaci i bottari!”) ed io ho deciso di accontentarli, perché mi sembra un buon esempio da mostrare».

 

Con la direzione del capobattuglia Raffaele Piccirillo, si esibiranno Simmaco Ciarmiello e Raffaele Sarracino alle botti; Giuseppe Piccirillo, Biagio Gravino, Francesco Caserta ai tini; Antonio Ricciardi alla falce, Mario Celato alla chitarra, al mandolino e alla voce, Francesco Caserta alla ciaramella, Michele Antonio Piccirillo alla chitarra e alla voce. Voce solista, Gemma Tessitore. I “Suoni antichi” rappresentano una delle espressioni più autentiche e felice di una tradizione secolare. Tra Macerata Campania e Portico di Caserta, sono più di mille i bottari, ambasciatori di un tempo antico in cui i contadini percuotevano gli arnesi della terra per scacciare gli spiriti maligni delle cantine. Il rituale si ripeteva all’aperto per propiziare un buon raccolto e durante le fiere per dimostrare la robustezza degli attrezzi e per attirare l’attenzione dei passanti. Nei secoli, i ritmi hanno incontrato il culto di Sant’Antonio Abate, “Sant’Antuono”, fondatore del monachesimo cristiano. Nei confronti del santo gli abitanti delle due comunità mostrano una passione “ardente”, che sublimano il 17 gennaio in una festa che unisce fede, arte, musica, folclore e gastronomia. L’area green di via Valvitelli è un’area privata. L’ingresso e la presenza del pubblico saranno regolati e disciplinati nel pieno rispetto delle norme anticovid.

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