Ordinanza anti-movida, il sindaco cambia le regole: comitati sul piede di guerra

CASERTA. L’ordinanza anti-movida, firmata poco più di due settimane fa, si era resa necessaria dopo la tragica notte in cui un ragazzo di soli 18 anni, Gennaro Leone, fu ucciso da un coetaneo, in via Vico, al culmine di una rissa scoppiata per futili motivi.

Il sindaco di Caserta Carlo Marino, però, sotto la pressione dei commercianti, ha ritenuto opportuno modificare il regolamento di suddetta ordinanza, estendendo di circa un’ora l’orario di chiusura (passando dalle 00.30 all’1) e quello fino a cui è possibile la diffusione della musica (dalle 22 alle 23).

Nessun cambiamento, invece, per quanto riguarda il divieto di consumare alcol dalle 22 alle 8 in tutte quante le aree pubbliche. Nonostante questo, però, la decisione dell’amministrazione ha messo sul piede di guerra i comitati, i quali, non informati delle nuove decisioni, si sono sentiti traditi se non strumentalizzati.

E’ quanto emerge da una nota di Rosi Di Costanzo, presidente del comitato ‘Vivibilità cittadina’: “Come cittadini, mamme e genitori, ci eravamo recati all’incontro con il sindaco speranzosi che l’ordinanza adottata sarebbe stata non solo mantenuta ma anche rafforzata con controlli continuativi e programmati per garantire la sicurezza in città.

Clamorosamente, invece, poco dopo il nostro incontro ci siamo accorti di essere stati artatamente invitati per essere strumentalizzati a favore di un cambiamento di rotta ad una ordinanza che evidenzia tutta l’inefficienza di una amministrazione che, nemmeno nell’ultimo mese di lavoro, riesce ad essere coerente ed impopolare, perché quando si parla di sicurezza si deve correre anche il rischio di essere impopolari, perfino a 20 giorni dal voto”.

Secondo la presidente del comitato, dunque, Marino non sarebbe riuscito a mantenere il pugno di ferro, necessario per continuare a imporre le regole di un’ordinanza severa ma necessaria, anche e soprattutto per una questione legata ai consensi in vista dell’imminente confronto politico delle elezioni amministrative. La Di Costanzo conclude: “Da 5 anni chiediamo di rendere le ordinanze e le regole adottate realtà. Chiediamo che vengano applicate e rispettate, cosi come il Regolamento scritto dall’Amministrazione e regolarmente disatteso da tutti grazie alla stessa amministrazione che nn controlla.”

“Caserta non è attrattiva per i suoi monumenti, qui trovano terreno fertile giovani della provincia e del napoletano che, grazie alla scarsa illuminazione perfino in centro, le poche telecamere e molte malfunzionanti, alle periferie solitarie e al tanto lassismo, scelgono il nostro centro storico per sfogare le loro repressioni. Ormai si è sdoganato il concetto che Caserta è una città che si può ‘assaltare’”.

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