L’atto di pace per l’11 settembre: chiavi della città a Padre Tomas

 

 

CASAGIOVE. Dichiarazione del Sindaco Giuseppe Vozza, in occasione del ventesimo anniversario degli attentati dell’11 settembre 2001 e del conferimento a Padre Tomaž Mavrič delle Chiavi della città:

«Oggi ricorre il ventesimo anniversario dell’attacco terroristico dell’11 settembre 2001. A nome della Città di Casagiove desidero rivolgere il pensiero ed esprimere la vicinanza alle famiglie, non solo di tutte le vittime di questo feroce attentato ma anche a chi è morto ed ha patito sofferenze in questi ultimi venti anni nella guerra apertasi contro il terrorismo.

Purtroppo la storia sembra sia ritornata indietro nel tempo. Il dolore a cui è sottoposto il popolo afghano in queste ultime settimane è lì a dirci che dobbiamo essere sempre vigilanti nel tenere alta la bandiera di diritti, della pace e della solidarietà tra i popoli.

Casagiove nella giornata odierna vuole lanciare un messaggio di speranza soprattutto alle nuove generazioni perché comprendano che la costruzione del futuro di ognuno e di una società migliore passa attraverso la giustizia sociale, il dialogo ed il rispetto reciproco.

Oggi pomeriggio nel corso di una seduta straordinaria del Consiglio Comunale avrò l’onore di consegnare le “Chiavi della città” a Padre Tomaž Mavrič, Superiore generale della Congregazione della Missione e le Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli, successore del Santo tanto amato dai casagiovesi.

Non sarà solo un atto simbolico. Auspico che la consegna di questo riconoscimento, sull’esempio di Vincenzo, si trasformi in impegno comune da parte di tutti i casagiovesi a realizzare, insieme, una città più solidale e unita abbattendo le barriere etniche, religiose e culturali.

Abbiamo voluto che la cerimonia si svolgesse in un luogo anch’esso simbolico: il Quartiere Borbonico, struttura nata originariamente come ospedale destinato alla cura degli operai ammalati, cristiani e schiavi musulmani, dediti a costruire la Reggia.

Guardiamo anche noi alla nostra storia passata ricordando che siamo gente di pace e di accoglienza».

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