Bimbo muore nel crollo, Casertano sotto choc: si erano appena trasferiti

 

CARINOLA. Piange anche il Casertano per la morte di Aron Tila, il bimbo di 4 anni deceduto a causa del crollo del solaio dell’appartamento dove si era appena trasferito con la sua famiglia a Torino. Erano giunti soltanto lunedì da Carinola per trasferirsi in una mansarda in strada Brafame, nel quartiere dove sorge anche lo Juventus Stadium.

I suoi genitori Genci e Nertila si sono sposati nel 2012, i due fratellini più grandi hanno 11 e 15 anni. La sua famiglia ha vissuto in Francia e l’ultima residenza ufficiale è a Carinola.

I fatti

Un boato, alle 9 di mattina, alla periferia nord di Torino, vicino a uno dei fiumi della città, la Stura di Lanzo. Una deflagrazione, probabilmente causata dalla fuga di gas da una bombola a gpl, e poi il crollo di una palazzina, sventrata. Sotto le macerie sono rimaste quattro persone, tre adulti e un bambino di 4 anni. Per il piccolo, Aron, di origini albanesi, non c’è stato nulla da fare, anche se i soccorsi sono stati tempestivi. Quando è stato estratto da cumuli di mattoni e travi distrutte il suo cuore aveva già cessato di battere, inutili tutti i tentati di rianimarlo. La mamma, 34 anni, è stata portata in ospedale, al Cto.

 

Le sue ferite non sono gravi ma non avrà più il suo bambino. Il padre e marito, invece, non era in casa al momento dello scoppio. Ricoverati anche due uomini, il più grave, un romeno di 22 anni, ha ustioni di secondo e terzo grado sul 50% del corpo. Al Cto anche un altro giovane, con traumi al cranio e al bacino. Entrambi sono in prognosi riservata. Le indagini dovranno ora appurare le cause dello scoppio nella palazzina, decorosa e di costruzione abbastanza recente, in un’area, in strada Bramafame, dove depositi e aziende artigianali si alternano alle abitazioni, molte delle quali però non sarebbero ancora allacciate alla rete di gas metano. In una di queste, separata da un cortile da un’altra casa, che ora ha qualche tegola divelta dal tetto dallo spostamento d’aria, è stato l’inferno. “Ho sentito una bomba – racconta un giovane operaio straniero, che si è dato da fare come primo soccorritore – stavo lavorando vicino a quella casa e sono corso subito per dare aiuto. Ho tolto qualche mattone, c’era un uomo tutto bruciato”. Lo scoppio e il successivo crollo hanno risparmiato solo una parte della casa, a due piani. Sul posto, sono arrivati in forze, i vigili del fuoco, la protezione civile, carabinieri, polizia di Stato e polizia municipale.

 

L’area è stata transennata, l’accesso impedito a tutti, abitanti compresi.. Sono partite subito le operazioni di ricerca da parte delle squadre di specialisti Usar (Urban Search and Rescue) dei Vigili del fuoco, i feriti sono stati portati via, l’ultimo con un elicottero del 118. L’ultimo disperso è rimasto il bambino, trovato senza vita dopo oltre due ore di lavoro dei soccorritori. “Conosco la famiglia di quel povero bambino – dice una vicina, Saverina Massa – una bella famiglia. E’ una tragedia terribile. E stato uno scoppio tremendo, pensavo di morire anch’io, poi ho guardato verso il soffitto e ho capito che la mia casa era stata risparmiata”. Fino a qualche anno fa – racconta a testimone – “in quella casa abitava un signore che vendeva bombole del gas. Ma adesso è andato via”.

Exit mobile version