Fattopace ha ambizioni di candidatura ma per l’Alleanza torna in auge il solito ‘veto’

Capodrise. Come avevamo già ribadito qualche settimana fa ha ambizioni di candidatura a sindaco anche Giuseppe Fattopace che ha amministrato la città dal 2006 al 2011, allora grazie ad una serie di combinazioni favorevoli.

A dirla tutta fu quasi un miracolo, la storia è ben nota, potremmo raccontarla tutta di un fiato.

Fattopace con il gemello Giuseppe Letizia e il fido Silvano Ferraro sono sostenuti dal nocciolo duro del Pd locale.

 

La storia si ripete

 

L’obiettivo è quello di rientrare nel discorso dell’alleanza per Capodrise, dove però qualcuno, così come accadde nel 2016, ha posto un veto nei suoi confronti.

E vorrei vedere, uno dei suoi primi atti nel 2006 fu quello di rivoltare come un calzino piazza Casa Fusco, arrivarono le ruspe.

La storia insomma si ripete e quindi cosa accadrà se Alleanza per Capodrise opterà per un’altra figura? Un Filippo Topo senza Primarie ad esempio oppure una Maria Belfiore?

Ma Fattopace ha la forza di presentarsi comunque con una sua lista? Oppure alla fine farà come nel 2016 dove, dopo aver perso le Primarie passò dall’altra parte e  contribuì in modo sostanziale a far eleggere Crescente inserendo il nipote e un altro nella squadra.

A Capodrise è davvero incredibile, i corsi e ricorsi storici contano come il 2 di bastoni a briscola.

Si fanno in quattro per un sindaco (nel caso specifico Crescente), lo fanno eleggere e poi dopo un po’ si mettono a fare i bastian contrari, come se quell’amministrazione non l’avessero mai vista, della serie, lo scrivono pure sui social: “E’ un disastro, hanno rovinato la città…“.

 

Prima li fanno eleggere e poi sui social fanno i bastian contrari

 

Ma come? Voi li avete eletti, avete messo le persone nella lista ed ora vi rivoltate contro?

E’ davvero incredibile, è questo il peccato originale di questa città, completamente affossata dalla classe dirigente nell’ultimo ventennio, la stessa che mira ancora a determinare il corso degli eventi.

A Capodrise c’è una capacità di infiltrazione che farebbe invidia a comuni posti ad altre latitudini.

Dal 2006 quell’amministrazione Fattopace, che comunque fu leggermente più guardabile del soporifero decennio ‘crescentiano’, non ebbe un attimo di stabilità per via del fatto che tutti gli sponsor esterni volevano determinare un assessore. La giunta subì modifiche a iosa, ne combinarono di tutti colori.

Ora l’auspicio per la città è che non si ripeta la stessa storia, quindi chi resta fuori, bene farà se non si intrometterà nella contesa inserendo in zona Cesarini elementi che potrebbero determinare la vittoria per un pugno di voti, così come accadde nel 2016 e come accadde nel 2006, nel primo caso si scomodarono non poco anche i vicini marcianisani.

Insomma qui sarebbero capaci di far rivoltare nella tomba anche Garibaldi, il generale disse: “O si fa l’Italia o si muore”.

A Capodrise nessuno vuole “morire”, nel senso che quando sentono odore di campagna elettorale, nessuno vuole stare fuori, resuscitano tutti, ma proprio tutti…

 

 

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