La scarcerazione del ras salutata a colpi di mitra e fucili: la raffica finisce sui social

 

SAN MARCELLINO/AVERSA. Raffica di fucilate, mitra in spolvero e almeno sette colpi che squarciano la notte di San Marcellino. Così nello scorso gennaio venne salutato il ritorno a casa di Oreste Reccia, ras dei Casalesi, che stava provando a rimettere in piedi il clan dei Casalesi.

E’ uno dei retroscena che emerge dall’ordinanza che ieri ha portato all’arresto di 13 persone. Carabinieri e Polizia hanno sequestrato delle armi che Ucciero e Reccia hanno tirato fuori per riorganizzare a livello militare i gruppi: si tratta di diverse pistole ma anche di un kalashnikov e del relativo munizionamento.

La raffica di colpi per salutare Reccia peraltro è finita anche sui social tra video della follia diventati storie di instagram alle foto delle nuove leve con tanto di fucili in bella mostra. Una Gomorra in tempo reale non sfuggita ovviamente agli investigatori che hanno monitorato quanto il ritorno in piazza di “Recchie e lepre” abbia spostato gli equilibri di ciò che resta della fazione Schiavone.

 

Sia Oreste Reccia che Vincenzo Ucciero subito dopo la scarcerazione per fine pena hanno rimesso in moto un meccanismo mafioso datato ma pur sempre efficace fatto di intimidazioni e pestaggi a scopo estorsivo ai danni di imprenditori e commercianti ai quali veniva imposto il pizzo evocando “gli amici di Casale”. Gli inquirenti sono riusciti ad agire rapidamente grazie alle novità introdotte sulle intercettazioni e soprattutto grazie a un controllo del territorio che in tutti questi anni non ha conosciuto sosta.

 

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