Blitz dei Forestali, sequestrata la cava nella valle

San Felice a Cancello.  a seguito di una complessa e laboriosa attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica, militari appartenenti al Gruppo Carabinieri Forestale di Caserta ed alla Stazione Carabinieri Forestale di Caserta hanno dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo della cava di calcare, sita in comune di San Felice a Cancello  località Polvica, facente capo alla società CAVE S.r.l. a socio unico, emesso dal GIP presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nei confronti di N.N. classe ’67, gestore di fatto della società.

 

Gli iniziali accertamenti, svolti con la collaborazione dei tecnici dell’ARPAC del Dipartimento Provinciale di Caserta avevano già permesso d’individuare la presenza di rifiuti speciali, anche pericolosi, del tipo materiali da costruzione contenenti anche amianto, frammisti ai materiali di riempimento utilizzati per il ripristino morfologico del sito di cava interessato da attività di estrazione abusiva di calcare che, a seguito di ordinanza emessa dal Genio Civile di Caserta, doveva essere effettuata con l’utilizzo di solo materiale calcareo.

 

La cava di calcare in oggetto venne già posta in sequestro probatorio, in data 17/12/2019, su disposizione di questa Procura, al fine di svolgere i necessari accertamenti tecnici e documentali sui materiali di riporto utilizzati per le operazioni di ripristino morfologico. I successivi accertamenti svolti dai tecnici dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno di Portici (NA) su incarico di questa Procura, mediante escavazioni, carotaggi, prelievo ed analisi dei campioni dei materiali presenti nelle pareti dei saggi di scavo e da quelli estratti a mezzo dei carotaggi, nonché delle acque di falda, indagini fisiche del tipo geosismiche, hanno permesso di stabilire la non idoneità dei materiali di riempimento utilizzati per il ripristino morfologico in quanto contenenti: arsenico, berillio, piombo, solfati, floruri e cromo totale, cagionando una compromissione ed un deterioramento significativo e misurabile delle acque di falda sottostanti la predetta cava di calcare, nelle quali, per effetto della penetrazione della falda per lisciviazione dei rifiuti usati per il riempimento erano presenti idrocarburi totali, nonché ferro e selenio in quantità superiori alle Concentrazioni Soglia di Contaminazione (CSC).

 

La genesi dell’indagine

 

 

Tali fatti integrano i reati di gestione illecita di rifiuti pericolosi e non pericolosi e di inquinamento ambientale. Anche gli accertamenti effettuati attraverso immagini satellitari hanno permesso di stabilire che le attività di riempimento erano state eseguite a ridosso del periodo compreso tra il 14 giugno 2019 e il 6 agosto 2019 mentre tale periodo non ha trovato concordanza con i 554 documenti di trasporto di movimentazione dei materiali utilizzati per il riempimento in quanto questi ultimi risultano formulati nel periodo compreso tra i 1° e il 31 agosto 2019. Tale discordanza temporale non ha permesso di ricostruire la tracciabilità dell’ingente quantità dei materiali di riempimento per un volume stimato superiore ai 10000 mc utilizzati per il ripristino morfologico della cava. L’indagine aveva preso origine da una segnalazione del Genio Civile alla Procura nel corso di un’ispezione nella quale erano state accertate estrazioni abusive nel sito e che aveva imposto il ripristino morfologico dello stato dei luoghi.

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