San Felice a Cancello/Polvica di Nola. Sta per entrare nel vivo il processo presso il tribunale di Nola per omicidio colposo aggravato dalle norme sulla sicurezza a carico di 5 persone per il tragico decesso del compianto Aniello Bruno.
Si tratta dell’operaio 32enne sanfeliciano che trovò la morte mentre era al lavoro, schiacciato da un pallettizzatore.
Era il 12 luglio 2018 ed i fatti si svolsero all’interno del pastificio Guido Ferrara di Polvica di Nola, dove il giovane lavorava come operaio.
Imputati Ferrara Luca, originario di San Felice ma residente a Napoli (proprietario pastificio), Minopoli Mario (di Acerra, responsabile della sicurezza), Maresca Mariano (di Afragola, responsabile della manutenzione), Vigliotti Vincenzo (Arienzo) e Francesco Valenzano di Triggiano in provincia di Bari.
Una vera e propria battaglia procedurale nell’udienza di ieri.
L’avvocato Carlo Perrotta rappresentava la parte degli eredi della vittima.
Accolte dal giudice due richieste da parte del legale santamariano, il rigetto di costituzione di parte civile dell’associazione invalidi sul con un avvocato di Roma, Perrotta ha utilizzato un’eccezione procedurale.
Inoltre accolta la richiesta di integrazione del capo di imputazione che poi il pm ha contestato in udienza, art 437 comma 2: rimozione dolosa aggravata di cautela di sicurezza sul lavoro (Chiunque omette di collocare impianti, apparecchi o segnali destinati a prevenire disastri o infortuni sul lavoro, ovvero li rimuove o li danneggia), per uno solo degli imputati e cioè Valenzano. E’ punita dai 3 ai 10 anni con il comma 2.
Il processo è stato aggiornato al 21 settembre per apertura del dibattimento e per ascoltare i carabinieri e il personale Asl che allora intervennero nel pastificio di Polvica di Nola.
Un processo che si presuppone abbastanza lungo, soltanto i testi del pm sono 23, 30 quelli delle difese e 10 quelli della parte civile.