L’ex promessa azzurra e il ristoratore col vizietto: nei cellulari i segreti dello spaccio

 

SANTA MARIA CAPUA VETERE. L’ex promessa di Napoli e Lazio che gestisce il giro “forte” di parentele importanti. Il ristoratore col vizietto della coca che nel cellulare aveva nomi e numeri del giro di spaccio. Sono questi i due personaggi chiave dell’inchiesta che ieri ha portato la squadra mobile e i commissariati di zona ad eseguire 5 ordinanze e diverse perquisizioni.

In cella è finito il solo Massimo Maioriello, il genero di Tommaso Buttone, a sua volta cognato del boss Domenico Belforte (che ha sposato la sorella Maria) oltre ad una ex promessa del calcio italiano, avendo militato nelle giovanili del Napoli e della Lazio ed avendo giocato nelle serie A svizzera.

Agli arresti domiciliari sono finiti invece Nicola Cammisa e Vincenzo Agliarulo. Tutti attendono ora di essere sottoposti all’interrogatorio di garanzia. I cinque destinatari del provvedimento sono accusati – avario titolo – dei reati di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti di tipo cocaina ed hashish, in concorso, consumati tra i Comuni di Santa Maria Capua Vetere e Capua.

 

Le indagini erano originate da una perquisizione nei confronti di un giovane residente in Santa Maria Capua Vetere, trovato in possesso di 5 grammi di cocaina e di un bilancino di precisione, occultati sotto il registratore di cassa all’interno del ristorante di sua proprietà. Attraverso l’analisi del telefono cellulare del giovane denunciato era possibile carpire una serie di utenze telefoniche riferite a soggetti che, nel territorio sammaritano, si dedicavano allo spaccio di stupefacenti.

 

 

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