Pizzo nelle festività, stangata per storico padrino e braccio destro

 

 

LUSCIANO. Ventotto anni di reclusione totale per i due. Diventa definitiva la sentenza pronunciata dalla Corte di Appello di Napoli in merito alle estorsioni avvenute nel Natale 2013 a Lusciano. La Corte di Cassazione ha respinto i ricorsi presentati dai difensori di Giuseppe Ventre e Luciano Di Cicco, rideterminando la pena solo per il vecchio padrino ora 69enne.

A Di Cicco per un errore di calcolo era stati comminati 14 anni e mezzo in Appello; la Suprema Corte ha respinto il ricorso nel merito abbassando però la pena a 13 anni e 6 mesi. Confermati invece i 14 anni e 10 mesi per Giuseppe Ventre, 64 anni, ritenuto il braccio destro dei Di Cicco. Si conclude così anche per loro un capitolo cominciato nel gennaio 2014 con i fermi eseguiti dal reparto territoriale di Aversa; molti dei coinvolti in quel blitz stanno scontando la pena già cristallizzata dalla Cassazione, mentre per Di Cicco e Ventre è stato necessario un ultimo pronunciamento.

L’inchiesta consentì di accertare la commissione di numerose estorsioni ai danni di commercianti ed imprenditori dell’agro aversano, costretti a versare, in occasione delle canoniche festività, denaro ed altre utilità in particolare nelle zone di Parete, Lusciano ed Aversa.

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