Marcianise. Era un punto di riferimento per i suoi studenti, per il mondo della cultura, per l’arte. In queste ore è venuto a mancare all’età di 70 anni il pittore Salvatore Acconcia, apprezzato artista e docente in pensione. Aveva insegnato per anni al liceo Artistico di Santa Maria Capua Vetere.
I funerali saranno celebrati domani alle 11 nella chiesa di Santa Maria Assunta dei Pagani in Marcianise. Lascia la moglie Anna Maria e i due figli Antonio e Domenico. Unanime il cordoglio da parte di chi l’ha conosciuto. Questo è il messaggio apparso sul gruppo UNESCO di Caserta e pubblicato dalla presidente Jolanda Capriglione.
“Con tristezza ricordo Salvatore Acconcia, grande, vero Amico anche del Club, scomparso questa notte. Di lui ho scritto molte volte per accompagnare le sue belle mostre e, dunque, riporto qui un piccolo testo che gli dedicai nel 2003.
“Salvatore Acconcia è innanzi tutto uomo delicato che ama la forme, ama le linee, che ama confessare i suoi amori senza pudori e senza infingimenti.
Da pittore non si nasconde e non tradisce, sub specie artis, questo suo desiderio intenso di parlare attraverso la vera natura delle cose, il colore che, mai come in questo caso, fugge ogni regola, evita i naturalismi per farsi ora volta d’azzurro intenso, ora esplosione di giallo solare nel quale prendono vita queste naturae di donne mediterranee, e non solo.
Egli ama cantare corpi che appartengono alla storia del mondo, corpi che abbiamo visto apparire per la prima volta sulla scena iconografica quando l’uomo ha imparato non già a dipingere, ma a graffire-graffiare pareti di roccia, mura di caverne per cantare la gloria della potenza del misterioso habitat femminile impregnato della forza assoluta della riproduzione: sono corpi cicladici quelli delle donne di Acconcia, ora pudicamente assise, ora ridondanti come potenti matriarche, tutte accomunate dal mistero di un sorriso al contempo consapevole e complice con il tuo sguardo.
Forme, linee, colori non hanno timore di confrontarsi con la modernità, con i contrasti e i dissidi snervati della contemporaneità: talvolta l’osservatore disattento può avere l’impressione di trovarsi di fronte ad un pittore che privilegia la prima metà del Novecento, soprattutto a ragione dei suoi continui richiami alla levità sognata da Chagall, o anche alla prepotenza delle vissute donne di Matisse.
La verità è che Salvatore Acconcia è pittore di storia e di storie, non di cancellazioni e sottrazioni.
Il limite, lo sterile tormento del silenzio non gli appartengono, tant’è che egli, pittore nel senso pieno del sostantivo, si esprime con la stessa forza facendo carboncini, acquerelli, olii, disegni e fugge la mono/tonìa del tema unico scavato fino all’assideramento che sembra caratterizzare molti artisti che nella téchne sublime del graphein cercano risposte private, intime, e per ciò piccine, piuttosto che ragioni del dialogo e del cammino che si fa incontro.
La verità è davvero semplice, per quanto straordinaria: Salvatore Acconcia sa e vuole pittare …”