Napoli. Abbiamo spesso sentito dire “il Covid non ferma la musica” o quasi? Ha un anno di distanza possiamo affermare che il virus tanto chiacchierato è riuscito a fermare anche questo settore che bruscamente ha dovuto fare una retromarcia e annullare molti eventi. A soffrirne di più sono coloro che animavano e rendevano vive le serate soprattutto dei giovani “I Dj”.
Sembrerebbe un lontano ricordo quella sensazione che ognuno di noi ha provato almeno una volta nella vita. L’attesa che ti fa venire l’adrenalina a mille mentre stiamo per entrare in una discoteca , mentre attraversiamo il corridoio che porta all’interno di un enorme dancefloor dove migliaia di persone sconosciute si muovono al ritmo della musica del loro dj preferito o della hit dell’estate. Per molti di noi tutto questo, si tratta di un ricordo lontano dal momento che ci troviamo in pandemia da più di un anno e i locali notturni sono stati costretti a chiudere al fine di contenere la diffusione del coronavirus
I Dj stanno pagando a duro prezzo il distacco con il loro pubblico. Quel pubblico che dava loro la forza e la carica di suonare anche 24h di fila, perché per loro la musica non è solo divertimento, “Loro vivono di musica e per la musica”.
Per capire la vita di un Dj che si trova da un giorno all’altro catapultato dalla multisale dei club e delle dico a salutare la sua console per la chiusura dei locali, ho deciso di intervistare un dj casertano attualmente di fama internazionale, Vincenzo Palumbo conosciuto al grande pubblico come “Irregular Synth”
Irregular Synth è un dj e produttore futuristico, estremamente apprezzato nella scena dei club in tutto il mondo. Ha iniziato a fare il DJ sin da giovanissimo nella sua città natale Napoli, una delle città più produttive da cui provengono molti famosi artisti techno. Oggi, grazie al suo talento unico, al suo duro lavoro e al suo background musicale molto ricco, Irregular Synth è tra le stelle in più rapida ascesa con innumerevoli successi riconoscibili sulla scena. La sua techno non ha confini in quanto sta senza dubbio conquistando ogni singolo stile e tendenza della techno con versioni di leggendarie etichette techno come MB Elektronics, Loose, Pornographic e Agile.
Ovviamente una figura iconica come Irregular Synth non poteva essere senza la sua impronta personale, quindi nel 2015 ha creato la sua etichetta estremamente intelligente, Dirty Minds dove presenta oltre a se stesso, molti artisti rinomati di tutti i colori della techno come Dax J, Dany Rodriguez , Spiros Kaloumenos, Patrick DSP, Spektre, Cristian Varela … solo per citarne alcuni. In parole semplici, Irregular Synth, è tutto techno! Irregular Synth concentra la sua attenzione sulla pista da ballo, offrendo alla folla ciò che vuole semplicemente: ballare!
Per far vivere a tutti un’esperienza speciale e un viaggio musicale singolare attraverso il suo suono, i suoi dj set di solito contengono molti elementi originali come vibrazioni groovy, melodie e, ultimo ma non meno importante, linee di basso potenti, tutti al servizio del suo grande amore:” La Techno”.
Di fama internazionale ha collaborato con: Amelie Lens per il Fabric di Londra, importante uscita in vinile e digitale. Il suo recente lavoro è l’ uscita in console con Nakadia famosa dj e produttrice tailandese sulla legendaria etichetta di Markantonio.
E che dire della sua etichetta “Dirty minds” che non finisce mai di stupire. Un’etichetta 100% partenopea Che concentra tutta l’attenzione sulla pista da ballo, offrendo alla folla ciò che vuole semplicemente: strumenti per nient’altro che danza folle attraverso tutti i colori e le forme della techno.
Dallo spazio potente alla techno industriale oscura, Dirty Minds copre nel migliore dei modi ogni gamma in cui la techno è definita attraverso una grande varietà di importanti artisti ospiti come il capitano dell’etichetta Irregular Synth
Ciao VINZ.Com’è nata la tua passione per la musica. E come hai scoperto che la console sarebbe stata la tua compagna per la vita?
Ho iniziato all’età di 11 anni, per caso mi ritrovai in un appartamento con degli amici che avevano dei giradischi, ed io rimasi affascinato sin da subito nelle tecniche di mixing che bisognava adottare per passare da un disco all’altro. Ero piccolo e non avevo fondi per comprare quella strumentazione, feci un salvadanaio per poter esaudire un mio desiderio, avere i giradischi ed un mixer a casa. Dopo poco accadde, ed iniziai a comprare i vinili, all’età di 13 anni iniziai a suonare alle feste private che i miei amici di classe organizzavano e da lì è partito tutto.
Sei nato in Caserta ma hai fatto di Londra la tua casa negli ultimi anni. Questo posto è molto speciale per te. Perché ti piace così tanto, cosa la rende così magica?
Sono nato e cresciuto in un paesino di provincia, ma gli ultimi anni come fissa dimora sono stati Londra e Berlino, Londra per una questione logistica, avendo tanti aeroporti non dovevo far scalo ogni weekend, Berlino per una questione culturale, il mio management è di Berlino ed in quella città la cultura techno è patrimonio culturale. Non cambierei quella città con nulla al mondo, è piena di risorse culturali, più che altro artistiche. Quasi tutti gli artisti abitano a Berlino, è paragonabile ad una citta in pieno illuminismo, dove ci si confronta e si creano nuove cose, nuove correnti musicali, si sperimenta, non ci sono vincoli legali, anzi, lo stato qualche giorno fa ha dichiarato i club storici patrimonio culturale.
Una carriera ricca di successi in molti locali e persone note del settore. Ti mancano i battiti dei tuoi fan agli eventi?
Mi manca molto suonare in giro per il mondo, è stato un grandissimo colpo fermarmi in questo momento, ho sfruttato questo tempo per lavorare in studio ed insegnare tecnologie musicali, ma non è paragonabile al calore di un “dancefloor “in sud America, o in Australia, le sensazioni ed emozioni che si provano sono indescrivibili nel vedere migliaia di persone saltare e conoscere i tuoi dischi. Spero vivamente che tutto ciò finisca al più presto per una felice ripartenza. Son sempre pronto
Come pensi che dovrebbe muoversi l’industria musicale in futuro dopo la pandemia? Cosa dovrà cambiare per continuare ad avere successo?
Credo che negli ultimi anni si sia data molta importanza alle classifiche e non alla reale qualità della musica, ho lavorato per tanti anni nel settore “industrial” avendo grandissime soddisfazioni senza curar di classifiche ed eventi mediatici del tutto pilotati, ma dedicandomi solo alla musica, ovvero l’essenziale. Spero in una giusta ripartenza e nel valorizzare i prodotti musicali di spessore piuttosto che valorizzare classifiche pilotate come sempre dalle mejor.
Cosa ti aspetti per il futuro? Ritornerai a suonare o hai altri progetti?
Spero di ritornare presto a suonare in giro per il mondo, quanto prima, sono stati anni difficili ed ho capito che non è possibile vivere senza, ho valorizzato ancora di più ciò che faccio con dedizione amore e sacrificio da anni, continuerò anche ad insegnare ciò che amo, perchè ho scoperto tramite l’insegnamento nuovi filoni musicali grazie agli alunni che ho avuto, mi piace trasmettere ciò che ho fatto una vita intera. Ma il focus principale cade tutto su serate e discografia.
Grazie per questa chiacchierata.
Grazie a te.