Operai forestali sul lastrico: dopo 3 anni li hanno messi in un angolo

Caserta. La situazione   della riassunzione degli operai forestali  a tempo determinato O.T.D.  “storici” dell’ Amministrazione della Provincia di Caserta non trova soluzione , e continua ad essere  rimpallata tra gli enti territoriali preposti: Regione, Province e Comunità  Montane.

Per non parlare delle speculazioni di chi ha usato e usa  la “faccenda “come argomento per  tornaconto elettorale.

 

L’escamotage

Tre anni fa si pensò, a causa allora del dissesto di alcune Province,  di rimediare attraverso un accordo tra enti che permettesse agli operai di cui sopra di essere assunti presso  le Comunità Montane a patto, secondo i sindacati , che una volta rientrati dal dissesto gli operai potessero essere riassunti dai propri enti di appartenenza ,avendo maturato il diritto di “ operai storici “  di questi enti.

 

 

Operazione che lasciava e lascia seri dubbi anche oggi che l’ accordo è terminato e non si chiarisce se alcune delle province, come ad esempio quella di Caserta, siano davvero uscite dal dissesto, viste le dichiarazione e le smentite che si susseguono attraverso i canali d’ informazione.

 

Il punto è un altro, se tali enti fossero in dissesto come si dichiararono allora e si dichiarano ancora oggi, ritardando ed escludendo la possibilità della riassunzione degli operai, la cosa sarebbe grave, poiché ci porterebbe a supporre che  mentono sapendo di mentire, in quanto le province, se possessori di delega, a nostro avviso avrebbero potuto e possono assumere anche oggi rimediando in parte all’ “errore” commesso e che continuano a ripetere oggi.

 

In più, ci chiediamo dov’è finita la stabilizzazione che mesi fa era sulla bocca di tutta la politica, del sindacato regionale in primis? Inoltre, come si possono lasciare a se stessi 1.200 operai e relative famiglie, in piena pandemia, senza neanche un bonus da parte dello stato per tamponare l’attesa e puntualmente disillusi dalle promesse dalla Regione Campania di liquidare gli stipendi arretrati?

 

La Regione resta a guardare

 

Cosa propone il sindacato regionale  e la politica tutta?  Perché gli stessi non evidenziano il fatto che gli enti delegati, quindi “aventi delega “, potrebbero riassumere non come spesa a bilancio ordinario  ma attraverso finanziamenti regionali? Preferendo rimandare la situazione che si traduce per gli operai, purtroppo a tempo determinato, in meno giornate di lavoro? C’è bisogno di una risposta e che sia repentina e definitiva, oppure, che il sindacato regionale dichiari e gestisca quelle che è a tutti gli effetti una crisi, visto che puntualmente la Regione, che è a capo di tutto, resta a guardare…

 

 

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