OSS: “Eroi in prima linea insieme a medici ed infermieri”

Caserta. Esposti al contagio e preoccupati per un virus invisibile che mette in ginocchio anche chi ha la forza di un gigante delle favole, la pandemia di coronavirus sta avendo un impatto significativo sulla vita sociale e familiare, oltre che professionale. Ogni giorno al tg sentiamo il continuo operare del mondo sanitario che senza sosta lavora per riaccendere in noi la speranza di un futuro migliore.

Non solo dottori e infermieri, sono molti gli angeli coraggiosi, con una solida corazza, che senza tempo e senza sosta ci aiutano da più di un anno e ci sostengono in questo periodo che sta avendo un forte impatto significativo sulla via e su  di ognuno di noi: gli Operatori Sanitari. Gli OSS sono persone impegnate in prima linea in strutture specializzate, o ospedali, o che si rendono disponibili a entrare nelle case delle persone più fragili, in particolare anziani e disabili.

Il loro compito è quello di sostenere la persona  affidata assicurandosi che l’ambiente in cui si trova sia accogliente, sereno e che metta al proprio agio il paziente.  Mascherine,igienizzanti e controlli ogni settimana  non mancano mai per assicurarsi una totale sicurezza, nel massimo della tutela per se stessi e per i pazienti affidati sopratutto in questo periodo

L’OSS si prende cura a 360° della salute di un soggetto, della sua igiene personale, del confort in cui vive, della preparazione dei pasti giornalieri. Gli Operatori OSS  sono come una grande famiglia che accudisce i loro bambini.

Questi angeli sono anche tra noi. Mamme, papà, ragazzi, che ogni giorno affrontano la vita in un modo diverso. Loro che fuori dalle mura di casa e lontani dalle loro famiglie, affetti e amici si prendono cura del paziente in relazione a tutti i suoi bisogni, espressi ed inespressi.

La testimonianza di un’operatrice

Da  quindici anni lavora con diversi  pazienti per lo più ragazzi, ai quali fa da mamma perché per lei possono e sono come dei figli. Tutti accuditi con il massimo delle cure, coccolati e  viziati anche se qualche rimprovero a fin di bene per qualche marachella non manca mai. Rimprovero che si conclude sempre nello stesso modo con  un sorriso, un bacio, con  pace fatta, un susseguirsi di scuse. Il rapporto creato fra lei, le colleghe e i pazienti mi dice è una cosa unica e rara.

Sai come li curiamo a volte mi dice? Non solo con i farmaci. Noi diamo loro il suono delle nostre risate che diventano contagiose, la nostra presenza è per loro un punto di riferimento, in noi trovano quell’amica/o con cui fanno lunghissime chiacchierate. Ci raccontano tutto di loro, anche se spesso è sempre la stessa storia. Sappiamo tutto di loro. Dopo la routine quotidiana cerchiamo di creare qualcosa di diverso: Passeggiamo insieme, cantiamo con loro, parliamo riempiamo di parole il vuoto delle carezze che a loro manca tanto. In questi anni si è istaurato fra noi un rapporto di fiducia che crea stabilità all’interno della struttura e fra operatori e pazienti. Lavorare in questo settore è tutta la mia vita non potrei farne a meno. Già prima ero molto presa, il coronavirus oltre che aumentare le ore di lavoro e attenzione sui pazienti, ha solo confermato l’amore verso il mio lavoro.

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