CASERTA. “L’ergastolo ostativo era ed e’ l’architrave della legislazione antimafia italiana. Quanto stabilito dalla Corte Costituzionale non deve agevolare alcun colpo di spugna su norme che hanno consentito finora di contrastare in maniera efficace il fenomeno mafioso nel nostro Paese”. Lo scrive, su Facebook, il magistrato antimafia Catello Maresca, che cosi’ commenta l’incompatibilita’ dell’ergastolo ostativo con la Costituzione, sancito dalla Consulta, la quale evidenzia anche la necessita’ di un intervento legislativo. Il nome di Catello Maresca e’ legato a importanti inchieste anticamorra e all’arresto di elementi di spicco della criminalita’ organizzata come il “superboss” del clan dei Casalesi Michele Zagaria.
Per il magistrato “le questioni di legittimita’ accolte dalla Corte di Cassazione sul regime applicabile ai condannati alla pena dell’ergastolo per reati di mafia e di contesto mafioso che non abbiano collaborato con la giustizia, meritano una risposta adeguata e veloce del Legislatore”. “Bisogna tenere in considerazione certamente la sensibilita’ espressa dalla Consulta, – sottolinea il magistrato – ma non si puo’ dimenticare che la eradicazione del cancro mafioso dal nostro Paese e’ una priorita’ assoluta per il futuro dei nostri figli. Vanno studiati percorsi tecnici e norme che devono inserirsi senza far danni nell’attuale sistema di norme di contrasto alla criminalita’ organizzata. Norme che sono state scritte col sangue di centinaia di imprenditori, poliziotti, carabinieri, finanzieri, magistrati, cittadini comuni, uccisi perche’ non hanno mai piegato la schiena davanti ai mafiosi”. “Non piu’ automatismo tra la mancata collaborazione e l’ergastolo ostativo, – conclude Catello Maresca – ma percorsi seri di analisi e vaglio della pericolosita’ dei detenuti. Sicurezza pubblica e rieducazione sono valori che possono anzi devono coesistere”.
Diversi sono i boss che potrebbero beneficiare di questo cambio di scenario anche nel Casertano. Sperano nella libezione anticipata Francesco Schiavone “Sandokan”, il cugino ed omonimo “Cicciariello” e Francesco Bidognetti. Non hanno ancora raggiunto invece i 26 anni di detenzione altri boss del calibro di Michele Zagaria e Domenico Belforte, capoclan dei Mazzacane di Marcianise.