REGIONALE. La guardia di finanza di Salerno, questa mattina, su disposizione della locale procura della Repubblica, ha dato esecuzione all’ordinanza emessa dal gip del tribunale di Salerno che dispone gli arresti domiciliari per due dipendenti dell’Universita’ di Salerno. Diverse le accuse formulate nei loro confronti: accesso abusivo al sistema informatico, falsita’ materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e induzione indebita a dare utilita’.
Le fiamme gialle si sono mosse dopo la denuncia presentata dallo stesso Ateneo, che tramite l’Audit interno aveva rilevato delle irregolarita’ nella procedura di immatricolazione di due studenti, i quali erano iscritti alla Facolta’ di Medicina, pur senza essersi classificati in posizione utile nella graduatoria unica nazionale di merito dei test d’ingresso. In quell’occasione, spiega una nota del procuratore della Repubblica Giuseppe Balcellule, “era subito emerso che l’iscrizione era stata effettuata materialmente da un dipendente dell’Universita’ (nello specifico Carmine Leo, classe ’56), attraverso l’accesso abusivo al Sistema Informatico di Segreteria”.
I successivi approfondimenti investigativi hanno, inoltre, evidenziato che “l’indagato era solito utilizzare le proprie credenziali per attestare falsamente esami universitari in realta’ mai sostenuti dagli studenti beneficiati, in cambio di specifiche regalie”. Tra queste anche fumetti da collezione. Determinante, sottolinea la procura, si e’ rivelato il contributo del secondo indagato, sempre un dipendente amministrativo, Carmine Cioffi, “che indirizzava al collega quegli universitari che, essendo venuti a conoscenza del meccanismo di frode, chiedevano di essere “aiutati” in qualche modo”. Tra le condotte di rilevanza penale imputabili a Leo anche quella di far risultare gli studenti in fasce di reddito di favore, senza tener conto delle reali condizioni economiche delle famiglie, cosi’ da consentire un indebito risparmio nel pagamento delle tasse di iscrizione.
Sono ben 34 le carriere universitarie “artefatte” ricostruite dai finanzieri del Nucleo PEF di Salerno, molte delle quali arrivate fino al conseguimento del titolo di laurea. Fondamentale si e’ rivelata la collaborazione dell’Ateneo che, “anche al fine di evitare ulteriori manipolazioni”, ha subito sospeso Leo e, successivamente, su richiesta della procura, ha congelato il sistema informatico, consentendo l’acquisizione di tutte le necessarie fonti di prova. Oltre ai due “dipendenti infedeli” arrestati, risultano indagati altri 42 tra studenti e familiari, anch’essi presunti responsabili, in concorso, dei reati di accesso abusivo al sistema informatico e frode informatica, nei cui confronti sono tuttora in corso ulteriori approfondimenti investigativi.