Vaccini ed effetti collaterali, i numeri della prima fase: “Meglio 30mila reazioni avverse che 100mila morti Covid”

 

NAZIONALE. “Il problema di limitare l’impiego di quel lotto AstraZeneca e’ dettato dalla cautela. Bisogna farlo se c’e’ pericolo potenziale. Ci sara’ commissione che decidera’ se c’e’ relazione tra i decessi e il vaccino. Ricordo pero’ che non c’e’ alcun dubbio che avremo tanti di questi episodi perche’ il vaccino e’ fatto per impedire la diffusione del virus e non incide su altre patologie che continueranno ad avvenire”.

 

Lo dice Silvio Garattini, presidente dell’Istituto di ricerche farmacologiche ‘Mario Negri’ ad Agora’ su Rai3. “Ricordo che muoiono circa 2.000 persone al giorno ed e’ probabile che ci sia qualcuno muore dopo aver preso il vaccino – spiega – per colpa del vaccino ma perche’ sarebbe morto lo stesso. Si puo’ vedere anche dal fatto che i casi di trombosi avvenute in Danimarca non sono state rilevate in Gran Bretagna o in Israele dove hanno fatto milioni di vaccinazioni, quindi bisogna sempre tener presente che avere attenzione e’ una cosa giusta, ma poi bisogna accettare il giudizio delle commissioni che dicono che non c’e’ rapporto col vaccino come e’ successo durante la sperimentazione, quando lo sviluppo e’ stato sospeso per qualche giorno per poi ripartire”.

 

Secondo Garattini, inoltre, il documento pubblicato ieri dall’Aifa che parla di 30 mila casi di persone che hanno avuto effetti collaterali in Italia dopo le somministrazioni dei vari vaccini (attualmente sono 6.219.849), “dobbiamo considerare sempre il rapporto benefici-rischi: abbiamo 100 mila morti per Covid e 30 mila reazioni, che vuol dire mal di testa, dolori o nausea – aggiunge – c’e’ bella differenza tra benefici e i danni”.

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