CASERTA/ACERRA. Ci sarebbe l’assunzione della moglie dietro i favori elargiti dal dipendente dell’Asl di Caserta Francesco Della Ventura nei confronti di Cuono Puzone, acerrano e presidente dell’associazione Misericordia di Caivano. Puzone è accusato di aver pagato tangenti ai funzionari del Dsm per avere alcuni appalti relativi al trasporto dei malati psichici.
Nello scambio di favori c’è anche il “posto” promesso alla moglie del dipendente Asl. Le conversazioni chiariscono – secondo il gip – il rapporto tra Della Ventura e Puzone. Stando all’ordinanza eseguita ieri dai Nas Della Ventura ottiene in cambio dell’interesse per l’ l’assunzione della moglie.
La promessa di assunzione fatta da Puzone a Della Ventura (sarà poi impiegata al pronto soccorso di Procida) è stata sviscerata in diverse intercettazioni dalle quali emerge che alla donna appena licenziata ha già un’altra destinazione.
“Speriamo che non ho fatto un guaio questo che sta a fianco a te mi ha fatto togliere a quella” si lascia scappare il marito in un dialogo captato dagli investigatori.
Il sistema di corruttele emerso con l’inchiesta del Nas di Caserta coordinata dalla Procura di Napoli Nord, ha portato alla luce l’inquietante spaccato relativo alla gestione dei pazienti psichiatrici nel Casertano. La cattiva gestione burocratica ed amministrativa da parte dell’ASL di Caserta che aveva l’intento di sabotare totalmente il sistema dei budget di salute era stata più volte denunciata da alcune cooperative sociali della rete del Comitato don Peppe Diana, già a partire dal 2010 seguite nel 2013 da una denuncia alla Procura della Repubblica ed alla DDA. Esposti e richieste che non si sono mai fermate, chiedendo all’Antimafia di indagare e di controllare. Avvertivamo infatti, la gravità della gestione e dei ricatti che dirigenti dell’Asl, chiaramente coinvolti, mettevano in atto all’unico scopo di agevolare organizzazioni del loro cerchio magico.
Nel 2019 e fino ai mesi del 2021, quando abbiamo alzato ancora di più i toni per farci ascoltare, sottolineando interessi criminali in grado di mettere in crisi il sistema dei budget di salute e dei Ptri, una forma di integrazione sociosanitario tra le più evolute in Italia, fu detto che le nostre parole erano prive di senso e che avremmo dovuto chiedere scusa per averle pronunciate. Il torbido intreccio di interessi tra certi personaggi dell’Asl come è poi emerso nella figura di Carizzone ed altri, ma certamente non gli unici, ed imprenditori privati convenzionati secondo principi di compiacimento, hanno monopolizzato per anni ricorse economiche dirottandole dai servizi pubblici territoriali verso iniziative private. Tutto a discapito della riabilitazione terapeutica.
Chiedevamo di attivare processi di verifica e monitoraggio avendo come unica preoccupazione la presa in carico delle persone svantaggiate che invece altri, così come emerso dalle indagini, hanno trattato come merce di scambio. Come conseguenza alle denunce siamo stati presi di mira con ripercussioni, con ritardo sui pagamenti dei servizi prestati e creandoci enormi difficoltà. Hanno cercato di farci ubbidire a loro sistema, ma è alla luce del sole che non lo abbiamo fatto e mai avremmo potuto. Volevano intimorirci forti dei loro metodi criminali ma hanno sbagliato in tutto.
Non indietreggiammo allora e ovviamente non lo facciamo oggi. Domandiamo che si volti definitivamente pagina attuando controlli efficaci ed una necessaria revisione. Alla Regione Campania, denunciammo l’ingresso di tante nuove e false cooperative sociali che minavano i budget di salute, ci furono delle riunioni ma poi nulla è stato fatto. Restammo senza attenzione anche da parte dell’amministrazione regionale del presidente De Luca e così nonostante le denunce circostanziate in tempi sicuramente più difficili, tutto si risolse in una bolla di sapone. Bene sarebbe stato, se fossimo stati ascoltati. Ora però, bisogna andare avanti per dare regole certe alle pratiche d’eccellenza dei budget di salute di cui si sta discutendo anche in Parlamento per farla diventare legge italiana.