Boss in manette e il caseificio si tiene 300mila euro: “Voleva darmi guida del clan”

 

CAPUA/CASAPESENNA. Il boss Zagaria finisce in manette e il caseificio prova a trattenere una somma del clan. A svelare questo retroscena nell’ultima ordinanza della Dda sui Casalesi è Francesco Zagaria detto “Ciccio ‘e Brezza”.

 

Questo il racconto dell’incontro con Filippo Capaldo, nipote del padrino Michele Zagaria: “Mi chiese di intervenire presso un caseificio sito nel! ‘alto casertano, forse Ruviano o Piedimonte Matese, il cui titolare aveva ricevuto un sussidio di 300.000 euro dal clan ZAGARIA che però non aveva ancora restituito dopo la cattura di Michele ZAGARIA. In questo momento non ricordo il nome del caseificio ma facendo mente locale spero di ricordarlo. Anche in questo caso io dissi di sì al fatto che avrei avvicinato questo commerciante per indurlo a restituire i 300.000 euro con cui il clan ZAGARIA lo aveva finanziato. Mi chiese poi Filippo Capaldo di riorganizzare il clan cercando di reperire degli uomini adatti ed attribuendomi carta bianca.

 

“Ci salutammo con l ‘intesa che ci saremmo rivisti. Non diedi però corso alle prime direttive di Filippo Capaldo perché non credo di essere un immodesto se ritengo che Filippo Capaldo non potesse disporre di me in questa maniera dati i miei trascorsi con il clan. Oltretutto non vedevo bene il fatto di dover sparare ad un ragazzo. Trascorsero così alcune settimane e Filippo Capaldo tornò a convocarmi”.

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