Aerospazio, Corte dei Conti rileva criticità nella gestione 2018 del Cira

 

CAPUA. La Sezione del Controllo sugli enti della Corte dei conti ha approvato, con deliberazione n. 114/2020, la Relazione sulla gestione finanziaria 2018 del Centro italiano di ricerche aerospaziali (CIRA S.c.p.A.), società consortile per azioni a maggioranza pubblica sottoposta alla vigilanza del Ministero dell’Università e della Ricerca (MIUR) alla quale è affidato il compito di dare attuazione al Programma nazionale di ricerche aerospaziali (Pro.R.A.), contenente l’attività di ricerca, la sperimentazione, la produzione e lo scambio di informazioni, la formazione del personale nel settore aerospaziale.

 

In riferimento al bilancio per il 2018, la Corte rileva “una perdita di euro 3.152.557 (le perdite complessive risultanti dai bilanci 2016-2018 ammontano a 10,2 mln), dovuta, da un lato, a una contrazione del risultato della gestione caratteristica di euro 3.249.473 determinata da una flessione dei ricavi di oltre 6 mln a fronte di un calo dei costi che sfiora i 3 mln, e dall’altro lato a un saldo negativo di 0,9 mln delle rettifiche di valore delle attività finanziarie”.

“Trend in diminuzione anche per le fonti di finanziamento del CIRA che – aggiunge la Corte – passa da 8,9 mln nel 2017 a 8,1 mln nel 2018”. In controtendenza MIUR ed UE che hanno aumentato le risorse a favore del CIRA (MIUR da 1,7 mln nel 2017 a 1,4 mln nel 2018 ed UE da 3,1 mln nel 2017 a 4,3 mln nel 2018). Un lieve incremento lo registrano anche i ricavi provenienti dalle aziende italiane e straniere per le prove sperimentali sui grandi impianti (da 3,3 mln nel 2017 a 3,4 nel 2018).

 

Su quest’ultimo punto la Corte ribadisce la necessità per il Centro di rafforzare la capacità di attrarre commesse private al fine “di recuperare il necessario requisito della solidità finanziaria di lungo termine, considerato che l’accumulo di perdite nel tempo è inevitabilmente destinato a erodere progressivamente, in assenza di adeguati correttivi gestionali, il patrimonio della società, che è via via sceso, da 116,3 mln del 2015, a 106,1 del 2018”.

In merito ai costi, il “personale” continua a rappresentare la voce principale. Infatti “pur registrando una flessione dell’1,2% (oltre 311.000 euro) rispetto al valore di euro 26.253.489 registratosi nel 2017, si assesta a 25,94 mln, peraltro con una sensibilmente accresciuta incidenza di ben oltre tre punti percentuali, sul totale dei costi di produzione, che si attesta al 9,6%”.

La Corte osserva che questo quadro appare un effetto correlato all’approssimarsi dell’esaurimento del Pro.R.A. e al conseguente calo, per circa 3 mln, dei costi di produzione (43,5 mln circa nel 2018 verso i 46,5 circa del 2017), rispetto ai quali risulta, pertanto, accresciuta l’incidenza relativa del costo del personale.

Particolarmente critica si presenta la componente di costo legata alla premialità in cui la Corte ravvisa “l’assenza di adeguata correlazione tra i risultati aziendali e la premialità riconosciuta al personale, compreso quello dirigenziale, premialità che, a prescindere dal segno e dal quantum del risultato aziendale, risulta attestarsi sempre intorno ai 2 mln complessivi”.

Significativo è l’ammontare dei premi corrisposti nel 2018: “a fronte di una perdita di bilancio di euro 3.152.557, l’ammontare complessivo del premio corrisposto al personale (impiegati, quadri e dirigenti) è pari ad euro 1.911.979 (euro 1.955.382 nel 2017, euro 2.012.683 nel 2016 con un bilancio in perdita di 7,2 mln ed euro 1.997.156 nel 2015)”.
Sotto il profilo patrimoniale, le attività sono costituite nel 2018 principalmente dagli investimenti finanziari del CIRA per il 43,8% (59,2 mln) e dai crediti per il 35,7% (48,2 mln). Queste registrano, rispetto all’anno precedente, una contrazione di euro 13.215.888. Entrambe le voci sono state soggette ad ingenti svalutazioni (la Corte menziona per i considerevoli pregiudizi economici arrecati quella detenuta nella ASPEN Avionics Inc. acquistata per un valore pari a 3.137.009 mln e svalutata nel bilancio 2018 per un valore di euro 66.357,34) e per questo la Corte “invita il CIRA ad attuare, anche per il futuro, una attenta e costante analisi della sussistenza dei presupposti di iscrizione nonché di svalutazione in bilancio delle poste creditizie, riconciliandole con i bilanci delle rispettive controparti”.

Ulteriori raccomandazioni della Corte sono di effettuare una verifica puntuale in ordine alla presenza in azienda di risorse idonee che consentano di provvedere senza il ricorso a incarichi esterni (solo nel 2018 il CIRA ha registrato incarichi di assistenza legale per circa 125.000 euro) e di eseguire gli interventi prevedibili sulla base di un’adeguata programmazione e mediante regolari procedure di approvvigionamento.

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