NAZIONALE. I ritardi di Pfizer e i tagli di Astrazeneca obligheranno l’Italia a rivedere il piano vaccinale con pesanti ricadute sull’immunità di gregge che ora dovrebe arrivare solo nel 2022.
Si dovrebbe riuscire a centrare l’impegno prioritario, vaccinare entro marzo tutti gli operatori sanitari e sociosanitari, ospiti e personale delle Rsa, over 80 e pazienti fragili, oncologici, cardiologici e ematologici. In tutto quasi 7 milioni di italiani. Ma non le altre categorie: i 13 milioni e 400mila italiani tra i 60 e i 79 anni, i 7 milioni e 400mila con almeno una comorbilita’ cronica, oltre al personale dei servizi essenziali: insegnanti e personale scolastico, forze di polizia, personale delle carceri e detenuti. C’e’ poi da tener conto anche di un altro elemento. Quando l’Ema dara’ il via libera al vaccino di AstraZeneca, come già chiarito da Locatelli, bisognera’ vedere “che tipo di approvazione verra’ data”, se sara’ cioe’ “condizionata a determinati parametri di eta’ piuttosto che di percentuale di copertura vaccinale”. In sostanza, se come sembra il vaccino verra’ consigliato per la popolazione sotto i 55 anni, l’Italia dovra’ individuare nuovi criteri per definire le categorie prioritarie, dando la precedenza ai piu’ giovani.
“I ministri Boccia e Speranza e il commissario Arcuri sono preoccupanti. Il termine della fase uno slittera’ di due settimane, a causa del rallentamento delle consegne di vaccini Pfizer previsto per la prossima settimana. Ad ora ci e’ stato comunicato che i tagli dovrebbero riallinearsi intorno alla meta’ di febbraio”. Cosi’ il governatore della Liguria Giovanni Toti su La Stampa. Un paio di settimane in piu’ – fa presente – per completare la Fase 1; “il vero problema e’ che ci potrebbero essere altri ritardi, non solo quelli preventivati la prossima settimana”.
Per la Liguria non c’e’ il rischio per la somministrazione dei richiami, “visto che prudenzialmente ci siamo attenuti all’indicazione di accantonare il 30% delle dosi consegnate per i richiami; abbiamo le scorte per tutte le seconde dosi. Altre regioni, come la Campania, rischiano di restare appese. Ora e’ piu’ chiaro che sbagliava chi pensava di correre e fare le gare”. L’obiettivo – prosegue – “dev’essere vaccinare tutti gli over 80 entro marzo: solo cosi’ potremo far ripartire il Paese in primavera. I dati ci dicono che quando saranno vaccinati gli over 80 la mortalita’ calera’ dell’80% e l’ospedalizzazione tra il 40 e il 50. E se innalziamo a 75 anni la soglia di vaccinazione, questi due indicatori scendono ancora. E’ fondamentale anche per far ripartire il Paese”.
“Come Regioni abbiamo condiviso e sostenuto azioni legali – dice a proposito della mossa annunciata dal premier sui ritardi di Pfizer e AstraZeneca – possono servire come strumento di pressione sulle case farmaceutiche. Ma se i vaccini non arrivano, servono a poco. In questo senso non mi aspetto grandi risultati da azioni del genere”.