Home » Storico edicolante muore all’improvviso a Cuba: città in lacrime
Storico edicolante muore all’improvviso a Cuba: città in lacrime
MARCIANISE. Ha colpito nel profondo la città di Marcianise la notizia della morte di Gabriele Orofino, ex edicolante di piazza Carità, trasferitosi a Cuba ma molto legato alla terra d’origine.
Il primo cittadino Antonello Velardi lo ricorda con un lungo messaggio: “Un mondo in una piazza, ma anche il mondo oltre quella piazza. Gabriele Orofino era l’Annunziata, la piazza di cui era diventato il simbolo e dove ha trascorso gran parte della sua prima vita. E’ morto ieri a Cuba, il suo mondo oltre quella piazza, il mondo della sua seconda vita. Se ne è andato a 61 anni: non stava molto bene ma nulla che facesse presagire la sua fine: è spirato all’improvviso dopo un malore fulmineo.
Con lui se ne va un simbolo di una certa Marcianise, quella che tra gli Anni Settanta e Ottanta viveva la propria giovinezza sempre in fuga, in fuga anche da se stessa, cercando un approdo che però sembrava sempre lontano. Apparteneva alla “meglio gioventù”, Gabriele: l’intelligenza e la voglia di vivere, la forza delle radici e insieme l’ostinazione di sintonizzarsi con la modernità.
Lo ricordo come fosse ieri, nella sua edicola di piazza Carità, in una delle sue intraprese, ma non una qualsiasi perché nei giornali e nei libri rifletteva una parte di sé. Poi andò via da Marcianise, saranno stati venti anni fa, e lo persi di vista. Era andato a Cuba, una meta che soprattutto in quegli anni non era geografica, insieme con Pasquale il profumiere, compagno di viaggio e di scoperte del mondo. A Cuba lasciò il cuore, trovò l’amore. Lui, inquieto, in fuga sempre e comunque, decise di fermarsi lì, a poca distanza dall’Avana, dove poi si sposò. Era in fuga e perciò continuò a pendolare tra Cuba e l’Italia, la sua Marcianise, dove aveva lasciato le tre sorelle, gli amici, e le pietre che erano parte della sua vita. Tre figli, una vita che faceva slalom tra la felicità e le angustie; poi, la separazione e la decisione della moglie di non tornare nel suo Paese ma di restare in Italia.
Gabriele, invece, decise di tornare in quello che era diventato il suo Paese e nella sua scelta si trovò al fianco anche i figli che a Cuba trovarono l’approdo della nonna materna e che da lì, negli anni, impararono a costruirsi una vita, quasi sempre in viaggio, molto spesso in Messico. Ma Gabriele tornava di frequente in Italia, tornava per la festa del Crocifisso; quasi come se venisse ad annusare ancora i sapori di piazza Carità, ad incontrare gli amici della sua giovinezza anche se, per loro, era sempre aperta la sua casa di Cuba, riferimento per tutti i marcianisani in viaggio in quel Paese.
Negli ultimi tempi non stava bene, il diabete lo tormentava. Eppure non aveva perso il sorriso: è stampato sul suo volto, nelle foto che postava su Facebook, dove – come sull’altalena – ondeggiava tra i fatti di Cuba e dell’Italia: i suoi mondi, il suo mondo.
Aveva deciso di tornare in questi mesi, ma poi il covid lo ha bloccato, Ma non aveva rinunciato all’idea: sarebbe sbarcato di nuovo a piazza Carità, a frequentare il bar dove aveva consumato migliaia di drink e migliaia di caffè, a decidere cosa fare di quelle pietre che erano parte della sua vita.
Se ne è andato in punta di piedi, molto prima del tempo: gli amici di Marcianise lo piangono affranti. E con loro i suoi familiari: due sorelle sono qui, un’altra vive al Nord. Con la testa era sempre in viaggio, Gabriele: il viaggio ora è finito. E con lui è anche finita un’epoca, quella della “meglio gioventù”. Verrà cremato a Cuba, le ceneri verranno portate nella sua Marcianise; torna lì da dove è partito. Affettuose condoglianze ai familiari, una carezza a lui: riposi in pace.”